344_AVENGERS: ENDGAME Stati Uniti 2019. Regia di Anthony e Joe Russo
Tra i tanti motivi che rendono memorabile questo Avengers: Endgame c’è anche l’essere
riuscito a trasferire sullo schermo intatto, anzi addirittura enfatizzandolo,
l’impatto della continuity, croce e
delizia da sempre dei lettori di fumetti alle prese con gli eroi Marvel. Da fruitori
italiani di fumetti, quando il fenomeno nazionale aveva una portata rilevante,
era d’abitudine formarsi sulla produzione seriale nostrana, le cui collane
dedicate ai vari personaggi erano indipendenti una dall’altra. Diverso il caso
dei comics americani, DC o Marvel, con
i secondi che si distinsero maggiormente per la via via sempre più serrata
interazione dei vari eroi, che passavano dalla propria serie a quella del
collega e viceversa, con estrema nonchalance.
Poi cominciarono le saghe trasversali a più, quando non a tutte, le collane e
lì, per lettore italiano medio, cominciavano i problemi: sia perché non tutto
quanto prodotto negli U.S.A. veniva pubblicato in Italia, sia perché costringeva
il lettore a leggere anche storie di eroi magari sgraditi. Ecco, ora anche
tutto quanto il pubblico italiano (e non) che affolla le sale di cinema ha conosciuto
il fenomeno; va però detto, che alla Marvel sembra abbiano fatto tesoro
dell’esperienza fatta sui comics.
Perché guardando Avengers: Endgame
viene davvero la voglia di mettersi a rivedere, e/o nel caso anche a vedere per
la prima volta, tutti quanti i 21 film precedenti del Marvel Cinematics Universe, a partire da Iron Man del 2008
in poi. E allora vanno fatti i complimenti alla Marvel,
per aver affinato l’uso della continuity
in modo da renderla un valore aggiunto e non un limite: era negli intenti
programmatici di Kevin Feige, Presidente dei Marvel Studios ed è stato un
obiettivo centrato.
I film, compreso il risolutivo Avengers: Endgame sono godibilissimi presi singolarmente, ma
offrono lo spunto, anzi stuzzicano, chi voglia leggere i tantissimi rimandi
interni alla saga. Inoltre, cosa non da poco e assai difficile da ipotizzare,
non ci sono praticamente mai spiegoni
o, peggio, non si ricorre al famigerato (almeno nel mondo dei fumetti) ‘spiegazionismo’ (ove si spiega non solo
l’ovvio ma anche il superfluo). E dire che c’è la matassa narrativa da
brogliare è notevole: portare a compimento una trama principale sviluppata nel
precedente Avengers: Infinity War, al
contempo portando avanti le questioni interne al supergruppo dei Vendicatori e ai loro membri presi
singolarmente, senza tralasciare l’evoluzione del contesto generale del MCU (il citato Marvel Cinematics Universe). Va da se che con simili premesse, Avengers: Endgame non può che essere un
film un tantino eccessivo. Oltre tre ore di film, una marea di personaggi,
alcuni dei quali con davvero poco tempo a disposizione ma, in generale, si può
anche azzardare a dire che in una simile orgia di super-eroi, gli autori
lavorino per sottrazione sui
personaggi.
Non si vuole spoilerare nulla,
quindi lasciamo perdere quelli che, eventualmente, saranno letteralmente venuti meno alla fine dei giochi, ma se
prendiamo due eroi ingombranti come Hulk e Thor, vedremo come il loro ruolo sia
stato sostanzialmente sminuito dal presente passaggio cinematografico. Se Hulk
era stato poco coinvolto già nel precedente Avengers:
Infinity War, stavolta è più centrale alla vicenda ma, come già capito
leggendo i fumetti, il personaggio funziona meglio nella versione Hulk spacca!
Il medley mostro
col cervello di Banner, visto all’opera in questa occasione, è un bonario
omone buffo o poco più: non a caso la scena migliore che vede protagonista pelleverde è quella dell’ascensore, dove
c’è il nostro caro vecchio Hulk irascibile. Per Thor è dura parlare di
sottrazione, visto la panza, ma lo è di fatto. Infatti con Avengers: Endgame il dio del tuono perde le sue tre più rilevanti
qualifiche: membro più importante dei Vendicatori, supereroe più potente
dell’universo Marvel, sovrano di Asgaard. E se non bastasse, è scippato pure
del mitico martello. Anche i personaggi nuovi, come Capitan Marvel,
potentissima new entry, nel film si
vede poco, perché c’ha da fare in
altri universi.
Certo, i soliti Iron Man, Capitan America, Vedova Nera, tengono
il centro del ring, ma anche loro avranno i loro bei problemi. E infine pure il
nemico, Thanos, che tanto aveva impressionato in Avengers: Infinity War tutto sommato qui risulta meno incisivo. Ma
allora la grande, grandissima attesa è stata delusa? Perché un altro importante
merito di questa saga, ascrivibile in quota maggiormente a Avengers: Infinity War, erano le aspettative per questo capitolo
finale. Che in fin dei conti, non delude, almeno dal punto di vista
spettacolare ed emotivo. Il film è divertente, appassionate ed emozionante per
tutte le tre ore; e si vi sembra eccessivamente commovente, sappiate che già
nei primi anni settanta la
Marvel aveva fatto piangere migliaia di suoi lettori con lo
struggente episodio dell’Uomo Ragno Qualcuno
deve morire, dove a dipartire era nientemeno che Gwen Stacy (un grave lutto
per ogni Marvel fan che si rispetti).
Anche in questo caso, si tratta quindi di una tradizione rispettata. In
concreto, nel film quello che ci si aspetta, dall’attesa intrinseca alla trama
cominciata col precedente Avengers:
Infinity War, è vedere se i nostri eroi riusciranno a far tornare la metà
della popolazione terrestre cancellata da Thanos.
Ovvio che riusciranno
nell’impresa (e si spera che questo non venga considerato uno spoiler, perché
era abbastanza prevedibile a livello narrativo), ma quello che ci dice Avengers: Endgame è che tutto ha un
prezzo. A volte altissimo, ma bisogna accettare che le cose finiscano e che
possa capitare che, addirittura anche gli eroi, possano morire. Una lezione
dura da imparare per chi è stato allevato, dalla stessa Marvel in primis, con una
serializzazione infinita di collane e personaggi immortali e che ha appena
assistito al ripescaggio dalla morte (o universo quantico che dir si voglia)
metà della popolazione mondiale. E infatti, eccoci qui tra gli spettatori
indomiti, ad attendere gli infiniti titoli di coda, per assistere a qualche
anticipazione, che magari ridia un filo di speranza che si possa rimettere
tutto a posto. No, non stavolta: endgame,
fine dei giochi.
Almeno per ora, ovvio.
Karen Gillan
Brie Larson
Zoe Saldana
Scarlett Johansson
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