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lunedì 6 maggio 2019

AVENGERS: ENDGAME

344_AVENGERS: ENDGAME Stati Uniti 2019. Regia di Anthony e Joe Russo

Tra i tanti motivi che rendono memorabile questo Avengers: Endgame c’è anche l’essere riuscito a trasferire sullo schermo intatto, anzi addirittura enfatizzandolo, l’impatto della continuity, croce e delizia da sempre dei lettori di fumetti alle prese con gli eroi Marvel. Da fruitori italiani di fumetti, quando il fenomeno nazionale aveva una portata rilevante, era d’abitudine formarsi sulla produzione seriale nostrana, le cui collane dedicate ai vari personaggi erano indipendenti una dall’altra. Diverso il caso dei comics americani, DC o Marvel, con i secondi che si distinsero maggiormente per la via via sempre più serrata interazione dei vari eroi, che passavano dalla propria serie a quella del collega e viceversa, con estrema nonchalance. Poi cominciarono le saghe trasversali a più, quando non a tutte, le collane e lì, per lettore italiano medio, cominciavano i problemi: sia perché non tutto quanto prodotto negli U.S.A. veniva pubblicato in Italia, sia perché costringeva il lettore a leggere anche storie di eroi magari sgraditi. Ecco, ora anche tutto quanto il pubblico italiano (e non) che affolla le sale di cinema ha conosciuto il fenomeno; va però detto, che alla Marvel sembra abbiano fatto tesoro dell’esperienza fatta sui comics. Perché guardando Avengers: Endgame viene davvero la voglia di mettersi a rivedere, e/o nel caso anche a vedere per la prima volta, tutti quanti i 21 film precedenti del Marvel Cinematics Universe, a partire da Iron Man del 2008 in poi. E allora vanno fatti i complimenti alla Marvel, per aver affinato l’uso della continuity in modo da renderla un valore aggiunto e non un limite: era negli intenti programmatici di Kevin Feige, Presidente dei Marvel Studios ed è stato un obiettivo centrato. 
I film, compreso il risolutivo Avengers: Endgame sono godibilissimi presi singolarmente, ma offrono lo spunto, anzi stuzzicano, chi voglia leggere i tantissimi rimandi interni alla saga. Inoltre, cosa non da poco e assai difficile da ipotizzare, non ci sono praticamente mai spiegoni o, peggio, non si ricorre al famigerato (almeno nel mondo dei fumetti) ‘spiegazionismo’ (ove si spiega non solo l’ovvio ma anche il superfluo). E dire che c’è la matassa narrativa da brogliare è notevole: portare a compimento una trama principale sviluppata nel precedente Avengers: Infinity War, al contempo portando avanti le questioni interne al supergruppo dei Vendicatori e ai loro membri presi singolarmente, senza tralasciare l’evoluzione del contesto generale del MCU (il citato Marvel Cinematics Universe). Va da se che con simili premesse, Avengers: Endgame non può che essere un film un tantino eccessivo. Oltre tre ore di film, una marea di personaggi, alcuni dei quali con davvero poco tempo a disposizione ma, in generale, si può anche azzardare a dire che in una simile orgia di super-eroi, gli autori lavorino per sottrazione sui personaggi. 

Non si vuole spoilerare nulla, quindi lasciamo perdere quelli che, eventualmente, saranno letteralmente venuti meno alla fine dei giochi, ma se prendiamo due eroi ingombranti come Hulk e Thor, vedremo come il loro ruolo sia stato sostanzialmente sminuito dal presente passaggio cinematografico. Se Hulk era stato poco coinvolto già nel precedente Avengers: Infinity War, stavolta è più centrale alla vicenda ma, come già capito leggendo i fumetti, il personaggio funziona meglio nella versione Hulk spacca!  

Il medley mostro col cervello di Banner, visto all’opera in questa occasione, è un bonario omone buffo o poco più: non a caso la scena migliore che vede protagonista pelleverde è quella dell’ascensore, dove c’è il nostro caro vecchio Hulk irascibile. Per Thor è dura parlare di sottrazione, visto la panza, ma lo è di fatto. Infatti con Avengers: Endgame il dio del tuono perde le sue tre più rilevanti qualifiche: membro più importante dei Vendicatori, supereroe più potente dell’universo Marvel, sovrano di Asgaard. E se non bastasse, è scippato pure del mitico martello. Anche i personaggi nuovi, come Capitan Marvel, potentissima new entry, nel film si vede poco, perché c’ha da fare in altri universi. 

Certo, i soliti Iron Man, Capitan America, Vedova Nera, tengono il centro del ring, ma anche loro avranno i loro bei problemi. E infine pure il nemico, Thanos, che tanto aveva impressionato in Avengers: Infinity War tutto sommato qui risulta meno incisivo. Ma allora la grande, grandissima attesa è stata delusa? Perché un altro importante merito di questa saga, ascrivibile in quota maggiormente a Avengers: Infinity War, erano le aspettative per questo capitolo finale. Che in fin dei conti, non delude, almeno dal punto di vista spettacolare ed emotivo. Il film è divertente, appassionate ed emozionante per tutte le tre ore; e si vi sembra eccessivamente commovente, sappiate che già nei primi anni settanta la Marvel aveva fatto piangere migliaia di suoi lettori con lo struggente episodio dell’Uomo Ragno Qualcuno deve morire, dove a dipartire era nientemeno che Gwen Stacy (un grave lutto per ogni Marvel fan che si rispetti). Anche in questo caso, si tratta quindi di una tradizione rispettata. In concreto, nel film quello che ci si aspetta, dall’attesa intrinseca alla trama cominciata col precedente Avengers: Infinity War, è vedere se i nostri eroi riusciranno a far tornare la metà della popolazione terrestre cancellata da Thanos. 

Ovvio che riusciranno nell’impresa (e si spera che questo non venga considerato uno spoiler, perché era abbastanza prevedibile a livello narrativo), ma quello che ci dice Avengers: Endgame è che tutto ha un prezzo. A volte altissimo, ma bisogna accettare che le cose finiscano e che possa capitare che, addirittura anche gli eroi, possano morire. Una lezione dura da imparare per chi è stato allevato, dalla stessa Marvel in primis, con una serializzazione infinita di collane e personaggi immortali e che ha appena assistito al ripescaggio dalla morte (o universo quantico che dir si voglia) metà della popolazione mondiale. E infatti, eccoci qui tra gli spettatori indomiti, ad attendere gli infiniti titoli di coda, per assistere a qualche anticipazione, che magari ridia un filo di speranza che si possa rimettere tutto a posto. No, non stavolta: endgame, fine dei giochi.
Almeno per ora, ovvio.


Karen Gillan


Brie Larson




Zoe Saldana




Scarlett Johansson





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