282_IL MAGO DI OZ (Wizard of Oz); Stati Uniti 1939; Regia di Victor Fleming.
Il film Il Mago di Oz
è indubbiamente un caposaldo della settima
arte e, sebbene si presenti sempre in forma smagliante con le sue immagini
colorate da uno sfavillante Technicolor o
con le nostalgiche sequenze seppiate, bisogna ammettere che qualcosa nel corso
del tempo ha perso. Oggi l’impressione della visione può facilmente suscitare
simpatia o nostalgia ma, all’epoca, si trattò di un successo clamoroso e molto
del merito va sicuramente all’impatto scenico che per il tempo era certamente
notevole. Di questo aspetto possiamo solo provare ad interpretare quello che fu
l’effetto ma non è più possibile, a distanza di tanti anni e di tanti
progressi fatti nel campo degli effetti visivi cinematografici, riprovare le
stesse sensazioni. Fatta questa premessa, che è doverosa perché una delle
maggiori valenze dell’opera si è inevitabilmente persa, va detto che Il Mago di Oz rimane, a tutt’oggi, un
film divertente, ben fatto, e con momenti di altissimo livello cinematografico;
se poi lo spettatore riuscisse a ritrovare un poco di quella spiccata fantasia
che dovevano avere i ragazzi nel 1939 (che supplivano con quella agli scarsi
mezzi di divertimento dell’epoca) allora potremo parlare anche di capolavoro
senza tema di smentita. Basti citare la colonna sonora e più specificatamente
la canzone Over the rainbow, uno dei
pezzi più belli dell’intera storia della musica, qui efficacemente interpretata
dalla bravissima protagonista del film Judy Garland. Il tema dell’opera è
certamente semplice e forse anche scontato, ma si tratta di un musical per ragazzi e, quindi, i valori
a cui fa riferimento sono grosso modo quelli educativi.
‘There are no place like home’ dice Dorothy (il personaggio della Garland) ed è significativo che la
sua casa sia una povera fattoria del Kansas, negli anni della Grande Depressione; certamente non il
massimo dell’ambizione. Per rafforzare questo concetto il film opera una scelta
davvero coraggiosa: le scene della fattoria del Kansas sono girate in un seppia
che ricorda moltissimo il bianco e nero, e quindi il grigiore di una vita
contadina. Di contro, quando Dorothy varca la soglia del Mondo di Oz, si
ritrova in una sfavillante scenografia dai colori tanto enfatizzati quanto
fasulli. Il Mondo di Oz somiglia, e in effetti è, il mondo del Cinema, con i
suoi colori finti, come del resto gli scenari, i personaggi, le storie; del
resto non a caso Hollywood è il luogo della finzione. E allora sembra davvero
strano, ma il messaggio che ci insegna Il
Mago di Oz è proprio che, nonostante il cinema sia davvero fantastico,
sgargiante, sfavillante, e chi ne a più ne metta, niente è come la propria
casa, e anche chi non dovesse avere una preoccupata zia Emma che l'aspetta,
non potrà certo obiettare.
Judy Garland
com'era bello quando si riusciva a godere di un film senza tanti effetti speciali...
RispondiEliminaBeh, non dirmi che non ci riesci, Alessandro. Io, per dire, non ho alcun problema a vedere e gustarmi certi vecchi film, anche se possono apparire "ingenui"; e penso sia molto più facile di quanto si creda.
RispondiEliminaio sì, ci riesco ;)
Eliminapurtroppo non è più la norma e tante cose sono cambiate, e' notizia recente che vogliono cambiare i criteri per assegnare gli Oscar, i film dovranno obbligatoriamente trattare temi come le discriminazioni razziali e avete attori di "minoranze" etniche nel cast, un'altra notizia di oggi è che il prossimo James Bond sarà una donna di colore...