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sabato 5 gennaio 2019

IL MAGO DI OZ

282_IL MAGO DI OZ (Wizard of Oz); Stati Uniti 1939;  Regia di Victor Fleming.

Il film Il Mago di Oz è indubbiamente un caposaldo della settima arte e, sebbene si presenti sempre in forma smagliante con le sue immagini colorate da uno sfavillante Technicolor o con le nostalgiche sequenze seppiate, bisogna ammettere che qualcosa nel corso del tempo ha perso. Oggi l’impressione della visione può facilmente suscitare simpatia o nostalgia ma, all’epoca, si trattò di un successo clamoroso e molto del merito va sicuramente all’impatto scenico che per il tempo era certamente notevole. Di questo aspetto possiamo solo provare ad interpretare quello che fu l’effetto ma non è più possibile, a distanza di tanti anni e di tanti progressi fatti nel campo degli effetti visivi cinematografici, riprovare le stesse sensazioni. Fatta questa premessa, che è doverosa perché una delle maggiori valenze dell’opera si è inevitabilmente persa, va detto che Il Mago di Oz rimane, a tutt’oggi, un film divertente, ben fatto, e con momenti di altissimo livello cinematografico; se poi lo spettatore riuscisse a ritrovare un poco di quella spiccata fantasia che dovevano avere i ragazzi nel 1939 (che supplivano con quella agli scarsi mezzi di divertimento dell’epoca) allora potremo parlare anche di capolavoro senza tema di smentita. Basti citare la colonna sonora e più specificatamente la canzone Over the rainbow, uno dei pezzi più belli dell’intera storia della musica, qui efficacemente interpretata dalla bravissima protagonista del film Judy Garland. Il tema dell’opera è certamente semplice e forse anche scontato, ma si tratta di un musical per ragazzi e, quindi, i valori a cui fa riferimento sono grosso modo quelli educativi. 
‘There are no place like home’ dice Dorothy (il personaggio della Garland) ed è significativo che la sua casa sia una povera fattoria del Kansas, negli anni della Grande Depressione; certamente non il massimo dell’ambizione. Per rafforzare questo concetto il film opera una scelta davvero coraggiosa: le scene della fattoria del Kansas sono girate in un seppia che ricorda moltissimo il bianco e nero, e quindi il grigiore di una vita contadina. Di contro, quando Dorothy varca la soglia del Mondo di Oz, si ritrova in una sfavillante scenografia dai colori tanto enfatizzati quanto fasulli. Il Mondo di Oz somiglia, e in effetti è, il mondo del Cinema, con i suoi colori finti, come del resto gli scenari, i personaggi, le storie; del resto non a caso Hollywood è il luogo della finzione. E allora sembra davvero strano, ma il messaggio che ci insegna Il Mago di Oz è proprio che, nonostante il cinema sia davvero fantastico, sgargiante, sfavillante, e chi ne a più ne metta, niente è come la propria casa, e anche chi non dovesse avere una preoccupata zia Emma che l'aspetta, non potrà certo obiettare.


Judy Garland




3 commenti:

  1. com'era bello quando si riusciva a godere di un film senza tanti effetti speciali...

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  2. Beh, non dirmi che non ci riesci, Alessandro. Io, per dire, non ho alcun problema a vedere e gustarmi certi vecchi film, anche se possono apparire "ingenui"; e penso sia molto più facile di quanto si creda.

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    Risposte
    1. io sì, ci riesco ;)
      purtroppo non è più la norma e tante cose sono cambiate, e' notizia recente che vogliono cambiare i criteri per assegnare gli Oscar, i film dovranno obbligatoriamente trattare temi come le discriminazioni razziali e avete attori di "minoranze" etniche nel cast, un'altra notizia di oggi è che il prossimo James Bond sarà una donna di colore...

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