1330_SE NON AVESSI PIU' TE . Italia, 1965; Regia di Ettore Maria Fizzarotti.
Arrivati al terzo capitolo della trilogia dedicata alla naja di Gianni Morandi alias Gianni Traimonti, gli autori decidono di cambiare finalmente lo script alla base. Il che, un po’ clamorosamente, rende meno funzionale Se non avessi più te rispetto ai precedenti: e se il paragone deficitario con In ginocchio da te, il primo dei tre film, può essere comprensibile, stupisce che Se non avessi più te sia meno godibile anche rispetto a Non son degno di te che pure era una copia carbone del suo precedente. Le canzoni, il pezzo forte di questi musicarelli, ci sono e si possono ricordare la bella e divertente Meglio il Madison, e poi I ragazzi dello Shake, Si fa sera, Ti offro da bere, Sono tanto solo, Se tra noi qualcosa cambierà, tutti brani tipici del Morandi dell’epoca a cui, però, si ha quasi l’impressione che non sia messa la giusta enfasi dal film stesso. Forse tale attenzione è riscontrabile solo per la canzone che chiude la pellicola, e come da tradizione della trilogia segna il ricongiungimento tra Gianni e Carla (Laura Efrikian), Se non avessi più te, un buon brano ma non certo paragonabile a In ginocchio da te e Non son degno di te, e questa è un po’ la cartina tornasole per capire la minore funzionalità di questo terzo capitolo. In ogni caso, anche il senso dell’operazione cinematografica di questa terza parte delle vicende di Gianni e Carla presenta qualche motivo di curiosità. E’ evidente l’intenzione di differenziarsi dai primi due capitoli sin dal fatto che la ferma militare di Gianni finisce quasi ad inizio film; giocoforza gli autori dovranno inventarsi qualcosa di nuovo.
E la scelta di Fizzarotti, Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi, regista e autori al lavoro in sede di scrittura del film, è abbastanza sorprendente: ad insediare l’armonia di coppia tra Gianni e Carla non è un tradimento – l’azione di Isabel de Villalba (Anna Maria Polani) è troppo lieve e sembra unicamente inserita per rispettare un cliché narrativo – ma l’azione del discografico dottor Neris (Aroldo Tieri). In pratica, in un’opera smaccatamente commerciale – il secondo sequel di un film già messo in cantiere in origine per motivi di cassetta, appartenente ad un genere, quello dei musicarelli, nato per sfruttare il successo dei cantanti – presenta come elemento di disturbo per la serenità della coppia le ingerenze della casa discografica e le esigenze di marketing. Ci vuole della bella faccia tosta ma, in fondo, pensando a Morandi e al suo repentino e opportunistico pentimento nel finale di In ginocchio da te, viene da pensare che sia un po’ la cifra stilistica del genere. In ogni caso, il dottor Neris minaccia Gianni che se si sposerà verrà licenziato dalla casa discografica e sarà costretto a pagare una salatissima penale. Il padre di Carla, il sottotenente Todisco (Nino Taranto), organizza quindi un matrimonio segreto e, successivamente, la famiglia si completerà con un neonato altrettanto segreto. La semplicità dei primi due capitoli, la vita militare e le passeggiate sulla costa napoletana, lasciano il posto ad una vicenda un po’ ferruginosa fatta di fugaci spostamenti per l’Italia e l’Europa, con la povera Carla lasciata sempre in disparte. Nel cast, oltre ai citati, ritroviamo Vittorio Congia (è Nando Tazza, non più militare ma riconvertito come agente di Gianni), Dolores Palumbo (è Santina, la madre di Carla), Gino Bramieri e Raffaele Pisu (padre e zio di Gianni) e Nino Terzo (il folle sergente balbuziente). Chiusura per Nini Rosso che, con la sua fedele tromba, scippa a Gianni Morandi la ribalta musicale prendendosi il momento clou del film quanto intona una superba versione del Silenzio. Da applausi; almeno il suo intervento.
Laura Efrikian
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