1303_PARIGI BRUCIA? (Paris brûle-t-il ?). Francia, Stati Uniti,1966; Regia di René Clément.
L’origine documentaristica del libro di Dominique Lapierre e
Larry Collins è ancora ben visibile e si può dire che venga anzi ben sfruttata
per confezionare quella sorta di sfilata di star francesi e americane che, alla
fine, si può definire Parigi brucia?
Intendiamoci, se il regista René Clément ha forse superato il suo momento
migliore in carriera, gli sceneggiatori Gore Vidal e Francis Ford Coppola
dovrebbero garantire una base solida narrativa su cui imbastire il film. E, in
effetti, ci sono molti passaggi validi e coinvolgenti ma, forse, l’eccessivo
numero di personaggi e sottotrame rende l’opera più simile ad un affresco che
illustri in modo complessivo i drammatici ultimi sette giorni di occupazione
nazista della capitale francese che non un racconto appassionante. Se i
riferimenti ad eventi storici tanto importanti possono affascinare e
interessare, la struttura narrativa non ha però il ritmo giusto sufficiente a
reggere i 175 minuti del lungometraggio che perde, in più d’una occasione, il
filo del racconto. Ma è probabilmente un rischio calcolato se non proprio una
consapevolezza da parte dei produttori che hanno voluto probabilmente omaggiare
la liberazione di Parigi con una sorta di manifesto monumentale che, anche per
la presenza di tanti attori importanti (Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Simone
Signoret, Jean-Louis Trintignat, Yves Mountand, ma anche Glenn Ford, Kirk
Douglas, Anthony Perkins, Orson Welles e molti altri), fosse più simbolico
dell’importanza dell’evento che narrativamente godibile. In ogni caso, ottima
la prova di Gert Frobe nella parte del generale Von Choltitz, ovvero
dell’ufficiale nazista in comando a Parigi che, disobbedendo agli espliciti
ordini di Hitler, evitò di radere al suolo
Leslie Caron
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