1315_FRATELLI RIVALI (Love me Tender). Stati Uniti,1956; Regia di Robert D. Webb.
Citato in genere come l’esordio cinematografico di Elvis Presley, Fratelli rivali è un onesto western di serie B, ben confezionato e con interpreti di assoluto prestigio. In effetti sorprende che il re del rock and roll non occupi il ruolo di protagonista ma va detto che, in ottica complessiva, la cosa è più che funzionale. La storia raccontata da Fratelli rivali è vagamente ispirata alle gesta dei fratelli Reno, sebbene i punti di contatto con la Storia siano davvero pochi. Siamo sul finire della Guerra Civile Americana e tre dei Reno fanno parte di un manipolo di confederati che rapinano da un treno le paghe dei soldati unionisti. E’ un atto bellico e i soldati sono intenzionati a consegnare il bottino di guerra ai superiori quando scoprono che, nel frattempo, il conflitto è finito con la resa del Generale Lee. Vance (Richard Egan), il più anziano dei Reno, convince la truppa a spartirsi il bottino: in fondo è il frutto di una legittima azione di guerra. Ma qualche dubbio, nel dibattito interno, già trapela: come bottino di guerra i soldi vanno consegnati, se il Sud si è arreso allora vanno all’autorità vigente, fossero anche gli Unionisti. Tuttavia nessuno nel gruppo ha lo stomaco per contrastare Vance e queste obiezioni cadono nel vuoto: l’uomo, insieme ai fratelli Brett (William Campbell) e Ray (James Drury), fa quindi ritorno a casa, dove trova ad aspettarlo la madre (Mildred Dunnock) e il fratello minore, Clint (Elvis). Ma, almeno a Vance, interessa soprattutto riabbracciare la fidanzata Cathy (Debra Paget, al solito, deliziosa): e qui c’è lo snodo cruciale della vicenda.
Perché da tempo, alla fattoria Reno, era giunta la notizia che Vance fosse morto in battaglia e, col passare dai giorni, Cathy era stata consolata da Clint. Beh, un po’ più che consolata: i due giovani si erano addirittura sposati. A questo punto bisogna anche aver in mente la presenza scenica della Paget per comprendere la botta che deve incassare il povero Vance. Che ci prova, a far finta di niente, ma poi decide di andare in California: come si suol dire, lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Le cose andranno diversamente perché salterà fuori la vicenda del bottino che i Reno e gli altri confederati si erano tenuti: erano stati infatti troppo ottimisti nel pensare che i nordisti soprassedessero proprio su questioni finanziarie. Questa bega, con i fratelli Reno accusati e messi in manette, farà deragliare la storia raccontata ma urge fare una precisazione di altro tenore: perché Cathy, seppur sia intenzionata a rispettare il vincolo matrimoniale con Clint, appare sinceramente dispiaciuta per come sia finita con Vance, al punto che è lecito ritenere che, da parte sua, ci siano dei rimpianti. Richard Egan era senz’altro un pezzo d’uomo ma la cosa lascia comunque sorpresi: Elvis aveva una ventina d’anni e paragonato al rivale, che ne aveva 35, certo appare poco più che un ragazzo, ma non è che ci faccia una figura troppo lusinghiera. Il che sarebbe normale, sia chiaro, se non fosse che la carriera di Elvis Presley fu sempre pianificata con cura e, in seguito, la filosofia non sarà in genere quella di farsi mettere in ombra da qualcun altro. Va detto che il tragico finale, potenzialmente, avrebbe potuto conferire al ruolo di Clint uno spessore mitico; la sua morte, infatti, consegna il lieto fine a Vance e Cathy ma senza il carico pesante. Forse è la regia solida ma un po’ ordinaria di Robert D. Webb, fatto sta che, seppur si tratti di una chiusura forte, manca di enfasi epica e, a quel punto, la sorte di Clint desta più tristezza che altro. Ed è un doppio peccato, perché Elvis, nel momento in cui il suo personaggio si fa accecare dalla gelosia e perde il controllo, dà una sorprendente prova d’attore. Certo, il buon Presley rimane un cantante e del resto stiamo parlando di un film musicale in cui, in teoria e anche in pratica, il motivo di interesse sono appunto i brani cantati da Elvis. Eppure Webb e i suoi collaboratori non sprecano l’occasione e organizzano una buona storia, con la questione del denaro che i nordisti rivogliono, i deboli ma interessanti rimandi storici e una trama sentimentale intrigante che si intreccia sopra a questo canovaccio. E’ un discreto film western, Fratelli rivali, e questo al netto dei quattro meravigliosi pezzi che il re del Rock and Roll interpreta con il solito carisma scenico: Love me tender, Poor boy, Let me e We’re gonna move. Fantastici, senza tema di smentita.
Debra Paget
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