1024_DIABOLIK . Italia, 2021; Regia di Manetti Bros.
L’inizio non è troppo incoraggiante e, dopo una ventina di minuti, Diabolik dei fratelli Manetti con le sue oltre due ore di durata, appare uno scoglio insormontabile o quasi. Ritmo fiacco, dialoghi improbabili e ripetitivi, attori che non sembrano nemmeno adatti ai ruoli, location e decor dal gusto posticcio, recitazione da fiction televisiva che più ordinaria non si può, regia che si allinea allo stesso riferimento. Luca Marinelli nei panni di Diabolik è anonimo più che glaciale e Miriam Leone in quelli di Eva Kant non convince; forse un po’ meglio Valerio Mastrandrea nel ruolo dell’ispettore Ginko. Nel cast, in generale, la recitazione non è il piatto forte degli interpreti sebbene una certa artificiosità era (ed è) presente sulle pagine del fumetto delle Sorelle Giussani dedicato al Genio del Crimine, che certo non è mai stato un vero e proprio capolavoro della settima arte. Il successo del fumetto Diabolik è legato al carisma maligno dell’eroe che si innesta efficacemente su avventura, azione e violenza dosate con perizia nelle storie. Intanto il film dei Manetti Bros lentamente prende un po’ di giri: giova, a questo, la scelta del soggetto, ispirato al terzo numero della serie, L’arresto di Diabolik, dove avviene il primo incontro tra il personaggio e Eva. Perché a trascinare la storia ci si mette Miriam Leone: lo chignon la trasforma in una credibile Eva Kant e l’attrice catanese sembra quasi sciogliersi man mano che i minuti passano, mentre l’indiscutibile presenza scenica diviene il polo d’attrazione principale del film. Da parte sua Diabolik dà sfoggio della proverbiale crudeltà, anche se ne finale risparmierà la vita a Ginko. Al di là delle scene d’azione, dove fa la sua comparsa anche l’uso dello split screen, che assolvono il proprio compito confermando i progressi del lungometraggio, la cosa più interessante del film è una battuta. Di Eva, naturalmente. Giorgio Caron (Alessandro Roja), vice ministro della Giustizia di Clearville, è arrivato a ricattarla pur di averla, riuscendo a strapparle un fidanzamento di facciata. Ma in fondo cosa vuole, questa donna, denaro, potere? La risposta di Eva vale anche per chi si chiede cosa ci trovino i lettori nei fumetti di Diabolik: emozioni. Le stesse che, in definitiva, si trovano anche nel Diabolik dei Manetti Bros. Dai, è andata!
Miriam Leone
Galleria di manifesta
Caspita, più di 2 ore? 😮
RispondiEliminanon ho ancora avuto modo di vederlo, ma probabile che la curiosità prima o poi prenda il sopravvento... Ho apprezzato Miriam Leone in altri ruoli mentre i Manetti Bros mi sono familiari per "Coliandro"... Diabolik come fumetto ha un "doppio problema" che mi ha sempre impedito di diventarne appassionato, oltre alla ripetitività di trame e situazioni c'è spesso anche una immobilità grafica, però provo affetto per quelle piccole cose che lo rendono indiscutibilmente italiano, tipo i nomi dei personaggi... 🙂
Beh, al cinema come personaggio se l'é cavata abbastanza bene direi.
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