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martedì 5 dicembre 2017

IO, SEMIRAMIDE

52_IO, SEMIRAMIDE.  Italia, 1962;  Regia di Primo Zeglio.

Il peplum è un genere (anche giustamente, verrebbe onestamente da dire) assai poco stimato, ma qualche ragionevole eccezione bisogna farla. Una di queste è sicuramente Io, Semiramide; non che il film di Primo Zeglio sia un capolavoro della settima arte, per carità, ma è un’opera onesta che gioca bene le sue carte, si lascia vedere con piacere e, tutto sommato, mostra come la Storia, quella del Vecchio Mondo, quella che si studia anche a scuola, può essere interessante come sfondo narrativo quanto la celebrata conquista dell’ovest americano. La vicenda è ambientata in Assiria, ai tempi in cui l’impero assiro era al suo apice e venne edificata la città di Babilonia; il centro della storia è la Semiramide a cui è dedicata la pellicola, una regina dal carisma almeno pari a quello di Cleopatra, se dobbiamo credere al film di Zeglio. Sempre in merito di credibilità, le ricostruzioni e le scenografie sono di grande impatto visivo, con sfarzose dorature e decorazioni degne del barocco più vivace; difficile dire se possano essere storicamente attendibili o meno, ma è certo che hanno il potere di proiettarci convincentemente in un’epoca tanto lontana nel passato quanto affascinante. 
L’intreccio narrativo si aggroviglia intorno ai due centri gravitazionali della vicenda: da una parte il potere, dall’altra il fascino irresistibile di Semiramide. La regina assira è una folgorante e magnifica Yvonne Furneaux, donna di bellezza effettivamente divina, ma anche carismatica come si compete al rango del personaggio interpretato. Comunque, sebbene la sola presenza della Furneaux legittimi la visione del film, l’opera è nel complesso avvincente e realizzata con ottima professionalità, e non scade mai nel gusto pacchiano di molte altre pellicole dello stesso genere.



Yvonne Furneaux





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