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giovedì 12 luglio 2018

KISMET

176_KISMET   Stati Uniti, 1944;  Regia di William Dieterle.

Se si cerca un buon motivo per guardare o anche solo ricordare questo film del pur valido regista William Dieterle, è presto detto: Marlene Dietrich. Nonostante gli oltre quarant’anni, la diva di origine tedesca tiene ancora il centro della scena in modo sontuoso e ha il perfetto physique du role per interpretare al meglio il ruolo di Jamila, regina dell’harem del Gran Visir. La scena in cui danza con le gambe verniciate d’oro è tutt’ora efficace e in generale il suo guardaroba, in tutti i sensi, è di grande impatto visivo. Battute a parte, tra l’altro, i costumi di scena della diva sono sicuramente uno degli aspetti memorabili dell’opera che, pur essendo piacevole, spesso segna un po’ il passo nell’attesa che ricompaia sullo schermo la Dietrich. L’intreccio è valido, ben inteso, come del resto è prevedibile essendo una rodata opera teatrale che è in circolazione dai primi del novecento; gli snodi della trama, la simpatia dei personaggi, per esempio il re dei mendicanti (Roger Colman) ma più di lui il Gran Visir (Edward Arnold), sono elementi cinematograficamente anche apprezzabili, ma insufficienti a rendere di qualche interesse la pellicola per questi unici aspetti.
Pellicola che è infatti unicamente ricordabile per la sublime performance di Marlene Dietrich.
E se c'è Marlene sullo schermo, tutto il resto può anche essere considerato superfluo.





Marlene Dietrich





















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