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venerdì 4 marzo 2022

BIRDSONG

981_BIRDSONG ; Regno Unito, 2012; regia di Philip Martin.

Quando si parla di un film tratto da un romanzo si utilizza sovente il termine riduzione: in effetti, abitualmente, le tempistiche di fruizione differenti hanno determinato la necessità per i produttori cinematografici di snellire i testi di origine letteraria. Ed è opinione abbastanza diffusa che i film non reggano il confronto coi libri da cui sono stati tratti, soprattutto se il commento è di chi è stato prima lettore e poi spettatore. Birdsong, opera televisiva inglese del 2012, è la versione sullo schermo dell’omonimo romanzo di Sebastian Faulks, uscito nel 1993 riscuotendo un buon successo. Si tratta di un racconto impostato su due trame intrecciate mirabilmente tra loro, guerra e amore e i rispettivi campi di sviluppo. Il film non rispetta alla lettera il romanzo, anche perché, pur avendo una durata di quasi tre ore, le introspezioni su cui si fonda il racconto necessitano tempo. E il regista Philip Martin, saggiamente, più che seguire i mille risvolti dei flashback, preferisce provare, riuscendoci, probabilmente, a catturare l’anima dell’opera di Faulks. Ovviamente, in questo tipo di operazioni, proprio per i tagli e gli aggiustamenti necessari, qualcosa si perde ma, in qualche caso, e in questo in particolare, il lavoro in sottrazione conferisce, quasi per assurdo, una maggior profondità al racconto. Gli sguardi, i silenzi, le tacite intese tra Stephen Wraysford (Eddie Redmayne) e Isabelle Azaire (Clémence Poésy) danno modo alla storia d’amore di incendiarsi lentamente e, proprio per questo, di bruciare infine in modo più ardente. La trama sentimentale, che sorregge maggiormente la storia intercalando la vicenda bellica, ha risvolti narrativi degni di un giallo e i colpi di scena sono emotivamente di grande efficacia. 

D’altra parte, la trama bellica, ambientata per lo più durante l’atroce Battaglia della Somme del 1916 (siamo ovviamente alle prese con la Grande Guerra), non è certo unicamente una sequenza di scene di combattimento. Il tenente Wraysford dà l’impressione di essere un tipo a posto, ma riserva alcune peculiarità: ama disegnare, intagliare il legno e gioca con le carte cercando di prevedere il futuro. Se ci creda davvero o no, non si può dire; ma un brivido ci corre lungo la schiena quando sembra decidere con questo criterio della vita del soldato Firebrace (Joseph Mawle). Lo stesso capitano Weir (Richard Madden) pare non credere credere ai propri occhi quando vede Wraysford giocare con la sorte per la vita del suo migliore scavatore. Firebrace, uno degli addetti agli scavi con cui i britannici si proponevano di far saltare le trincee nemiche, era finito di guardia pur non essendo propriamente abituato a questo tipo di servizio in superfice. E, cosa certamente grave, si era assopito un attimo; il tenente Wraysford lo aveva colto sul fatto e ora minacciava di farlo fucilare. Tra fanti e scavatori non c’era tutta questa armonia e il tenente non faceva nulla per nasconderlo. Nella ridotta si ritrovano il capitano Weir, il tenente Wraysford e il soldato Firebrace, la tensione si taglia col coltello. Il capitano cerca di far desistere il tenente che, imperterrito, gira la fatidica carta: niente corte marziale. E’ stato tutto uno scherzo? Forse. Ma qualche dubbio sulla moralità di Wraysford ci rimane. 

Del resto, anche nella vicenda sentimentale, il giovane non si dimostra certo un modello di virtù. Anni prima (la traccia amorosa è vissuta in flashback) era stato in visita da un uomo d’affari francese, René Azaire (Laurent Lafitte) e, come ricompensa per l’ospitalità, ne aveva sedotto la moglie. Già Ovidio aveva notato la somiglianza tra il comportamento in guerra e in amore e il tenente di Birdsong non fa che confermarcelo. Le similitudini tra le due piste narrative in parte procedono perché il protagonista è messo seriamente in seria difficoltà sui due fronti. Il giovane, orfano da quando era bambino, non vuole costruirsi una famiglia e questo manda in crisi il rapporto con Isabelle, che aveva alla fine lasciato il marito per stare con lui. Quella del tenente era una durezza interiore che, una volta superata la patina benevola delle buone maniere, come visto veniva fuori anche sul fronte bellico ma è proprio su questo terreno che avviene la svolta decisiva. 

Sarà proprio Firebrace a salvare la vita Wraysford che si troverà così in debito con l’uomo che voleva mandare alla corte marziale; con lo scavatore si stabilisce quindi un rapporto di amicizia che, in un certo senso, è il primo sentimento umano che prova il tenente. Viene infatti il sospetto che per Isabelle il giovane provasse una forte attrazione ma non vero amore, visto che la donna, una volta rimasta incinta, aveva preferito tornare dal marito piuttosto che rivelare a Wraysford che sarebbe divenuto padre. Alla fine, grazie al sacrificio di Firebrace e all’intervento di Jeanne (Marie-Josée Croze), sorella di Isabelle, che nel frattempo è morta, Wraysford può finalmente costruirsi una famiglia. La guerra è finita e ad attendere l’ex tenente, oltre a Jeanne, c’è la figlia
Françoise (Océane Bersegeay-Holliday) per il quale il giovane può provare ad essere un degno padre; perlomeno migliore del giovane che andava a sedurre donne sposate o a giocare a carte con la vita dei suoi uomini. Che, almeno in un piccolissimo caso, la guerra abbia avuto una qualche utilità.









Clémence Poésy



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