981_BIRDSONG ; Regno Unito, 2012; regia di Philip Martin.
Quando si parla di un film tratto da un romanzo si utilizza sovente il
termine riduzione: in effetti, abitualmente, le tempistiche di fruizione
differenti hanno determinato la necessità per i produttori cinematografici di snellire
i testi di origine letteraria. Ed è opinione abbastanza diffusa che i film non
reggano il confronto coi libri da cui sono stati tratti, soprattutto se il
commento è di chi è stato prima lettore e poi spettatore. Birdsong,
opera televisiva inglese del 2012, è la versione sullo schermo dell’omonimo
romanzo di Sebastian Faulks, uscito nel 1993 riscuotendo un buon successo. Si
tratta di un racconto impostato su due trame intrecciate mirabilmente tra loro,
guerra e amore e i rispettivi campi di sviluppo. Il film non rispetta alla
lettera il romanzo, anche perché, pur avendo una durata di quasi tre ore, le
introspezioni su cui si fonda il racconto necessitano tempo. E il regista
Philip Martin, saggiamente, più che seguire i mille risvolti dei flashback,
preferisce provare, riuscendoci, probabilmente, a catturare l’anima dell’opera
di Faulks. Ovviamente, in questo tipo di operazioni, proprio per i tagli e gli
aggiustamenti necessari, qualcosa si perde ma, in qualche caso, e in questo in
particolare, il lavoro in sottrazione conferisce, quasi per assurdo, una
maggior profondità al racconto. Gli sguardi, i silenzi, le tacite intese tra
Stephen Wraysford (Eddie Redmayne) e Isabelle Azaire (Clémence Poésy) danno
modo alla storia d’amore di incendiarsi lentamente e, proprio per questo, di
bruciare infine in modo più ardente. La trama sentimentale, che sorregge
maggiormente la storia intercalando la vicenda bellica, ha risvolti narrativi
degni di un giallo e i colpi di scena sono emotivamente di grande efficacia.
D’altra parte, la trama bellica, ambientata per lo più durante l’atroce Battaglia
della Somme del 1916 (siamo ovviamente alle prese con la Grande Guerra), non è certo
unicamente una sequenza di scene di combattimento. Il tenente Wraysford dà
l’impressione di essere un tipo a posto, ma riserva alcune peculiarità:
ama disegnare, intagliare il legno e gioca con le carte cercando di prevedere
il futuro. Se ci creda davvero o no, non si può dire; ma un brivido ci corre
lungo la schiena quando sembra decidere con questo criterio della vita del
soldato Firebrace (Joseph Mawle). Lo stesso capitano Weir (Richard Madden) pare
non credere credere ai propri occhi quando vede Wraysford giocare con la sorte
per la vita del suo migliore scavatore. Firebrace, uno degli addetti
agli scavi con cui i britannici si proponevano di far saltare le trincee nemiche,
era finito di guardia pur non essendo propriamente abituato a questo tipo di
servizio in superfice. E, cosa certamente grave, si era assopito un attimo; il
tenente Wraysford lo aveva colto sul fatto e ora minacciava di farlo fucilare.
Tra fanti e scavatori non c’era tutta questa armonia e il tenente non faceva
nulla per nasconderlo. Nella ridotta si ritrovano il capitano Weir, il tenente
Wraysford e il soldato Firebrace, la tensione si taglia col coltello. Il
capitano cerca di far desistere il tenente che, imperterrito, gira la fatidica
carta: niente corte marziale. E’ stato tutto uno scherzo? Forse. Ma qualche
dubbio sulla moralità di Wraysford ci rimane.
Del resto, anche nella vicenda
sentimentale, il giovane non si dimostra certo un modello di virtù. Anni prima (la
traccia amorosa è vissuta in flashback) era stato in visita da un uomo d’affari
francese, René Azaire (Laurent Lafitte) e, come ricompensa per l’ospitalità, ne
aveva sedotto la moglie. Già Ovidio aveva notato la somiglianza tra il
comportamento in guerra e in amore e il tenente di Birdsong non fa che
confermarcelo. Le similitudini tra le due piste narrative in parte procedono
perché il protagonista è messo seriamente in seria difficoltà sui due fronti. Il giovane,
orfano da quando era bambino, non vuole costruirsi una famiglia e questo manda
in crisi il rapporto con Isabelle, che aveva alla fine lasciato il marito per
stare con lui. Quella del tenente era una durezza interiore che, una volta
superata la patina benevola delle buone maniere, come visto veniva fuori anche
sul fronte bellico ma è proprio su questo terreno che avviene la svolta
decisiva.
Sarà proprio Firebrace a salvare la vita Wraysford che si troverà
così in debito con l’uomo che voleva mandare alla corte marziale; con lo
scavatore si stabilisce quindi un rapporto di amicizia che, in un certo senso, è
il primo sentimento umano che prova il tenente. Viene infatti il sospetto che
per Isabelle il giovane provasse una forte attrazione ma non vero amore, visto
che la donna, una volta rimasta incinta, aveva preferito tornare dal marito
piuttosto che rivelare a Wraysford che sarebbe divenuto padre. Alla fine,
grazie al sacrificio di Firebrace e all’intervento di Jeanne (Marie-Josée
Croze), sorella di Isabelle, che nel frattempo è morta, Wraysford può finalmente
costruirsi una famiglia. La guerra è finita e ad attendere l’ex tenente, oltre
a Jeanne, c’è la figlia Françoise (Océane Bersegeay-Holliday)
per il quale il giovane può provare ad essere un degno padre; perlomeno
migliore del giovane che andava a sedurre donne sposate o a giocare a carte con
la vita dei suoi uomini. Che, almeno in un piccolissimo caso, la guerra abbia
avuto una qualche utilità.
chissà se c'è un uccello in particolare a cui occorre pensare, vedendo il titolo... 🙂
RispondiEliminaChissà ;)
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