306_GREASE (BRILLANTINA) (Grease). Stati Uniti 1978; Regia di Randal Kleiser.
Nel 1977, La febbre
del sabato sera di John Badham aveva rilanciato alla grande il genere musical e, soprattutto, affermato John
Travolta come nuovo divo del tempo. Ma, al contempo, era riuscito anche ad
attualizzare il genere, quello musicale, che negli anni settanta aveva faticato
a trovare la giusta sintonia con la musica: La
febbre del sabato sera riusciva a rendere bene lo spirito dei seventies, anche sfruttando in modo
coerente la disco-music, uno dei
fenomeni musicali dell’epoca. A fronte di un simile successo per il film, per
il genere ma, soprattutto, per l’attore protagonista, il produttore Robert
Stigwood, già artefice di Jesus Christ
Superstar (1973, di Norman Jewison) e il regista Randal Kleiser mettono in cantiere
un nuovo musical che mantenga al centro
della pista lo scatenato John Travolta. L’operazione non ha poi molto in comune
con La febbre del sabato sera, anzi.
Certo, c’è Travolta e c’è anche una splendida colonna sonora (ma questo dovrebbe
essere comune a tutti i musical),
dove spicca la canzone omonima e tema dominante del film, scritta, guarda caso,
da Barry Gibb, leader di quel gruppo, i Bee Gees, le cui tracce supportavano in modo
preponderante proprio La febbre del
sabato sera. Ma, a parte questi importanti riferimenti (stesso
protagonista, sigla musicale praticamente
dello stesso artista), Grease è un
film completamente differente rispetto al precedente. Se in La febbre del sabato sera c’era una
storia, anche drammatica, che supportava la colonna sonora (essendo un musical,
il fatto che questo processo sia
inverso al consueto è un titolo di merito) in Grease non succede assolutamente niente, se non puerili schermaglie
adolescenziali.
Certo, questo permette ad autori ed artisti una maggior libertà
nelle esibizioni canore e danzanti, che qui diventano non tanto il tema
dominante dell’opera, ma l’unico. Naturalmente il tutto funziona alla grande
per via della splendida colonna sonora, che permette a Travolta e alla sua
partner principale, Olivia Newton-John, di sciorinare perfomance sontuose, dove
alla rinomata capacità di ballerino dell’uomo, la donna contrappone una superba
esibizione canora. Ma, guardando a posteriori, se La febbre del sabato sera era un simbolo della fine degli anni settanta,
Grease è il manifesto programmatico
del decennio a venire. E, mentre il primo pescava nella vita vissuta per
rendere omaggio ad un mondo allora concreto, Grease è forzatamente più astratto, dovendo anticipare un tempo
ancora teorico, l’imminente futuro. Questa vena astratta del film è subito
dichiarata coi titoli di testa, che sono cartoon
fortemente stilizzati.
Ma che ci sia qualcosa di strano, di poco naturale,
nella messa in scena salta subito all’occhio: siamo negli anni ’50, all’ultimo
anno alla Rydell High School, quindi
i ragazzi protagonisti non possono essere più che maturi teen-ager. Ebbene, la media delle età dei dodici interpreti
principali tra i ragazzi del film, è intorno ai 28 anni: addirittura Stockard
Channing, che nella storia è Rizzo, una delle figure più importanti, ha circa
34 anni, e la Newton-John ,
comunque, non è poi così più giovane, avendone una trentina. Che ci fanno,
quindi, un gruppo di trentenni che giocano a fare i bambocci delle scuole
superiori? Volendo, una chiave di lettura è già nel titolo: Grease è il nome del prodotto da noi
tradotto come brillantina, che fissa
e lucida i capelli, mantenendoli in perenne piega. In sostanza, autori e attori
prendono i favolosi anni ’50 e
provano a rimetterli e mantenerli in perfetta forma, puliti e pettinati, per il
decennio a venire, quello che si vuole sia altrettanto favoloso, gli anni ’80. E si tratta di un’operazione di spensierata
e un po’ evanescente nostalgia che, almeno per buona parte, una volta
riattualizzata, sarà poi effettivamente uno dei mantra del decennio pneumatico (inteso come vuoto).
Insomma, a guardalo oggi, Grease è soprattutto un film profetico.
Olivia Newton-John
Ho sentito la triste notizia 😕
RispondiEliminaLa febbre del sabato sera, manco a farlo apposta, è stato citato qualche giorno fa nel programma "Reazione a Catena", con il conduttore che invitava uno dei giovani concorrenti a vederlo e soprattutto....ballarlo.... 👍
Beh, io non sono propriamente un fan di questi film però Olivia mi piaceva.
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