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mercoledì 12 maggio 2021

IL SUO TIPO DI DONNA

814_IL SUO TIPO DI DONNA (His kind of woman)Stati Uniti, 1951; Regia di John Farrow e Richard Fleischer (non accreditato).

Spesso i dietro le quinte e le indiscrezioni sulla realizzazione di un film sono utili a comprendere il perché un lungometraggio sia poi così funzionale sullo schermo. Nel caso di Il suo tipo di donna, leggendo dei travagli della produzione, viene invece da chiedersi com’è che il film riesca ad essere comunque di buon livello. Intendiamoci, che si tratti di un prodotto cinematografico poco armonico si capisce benissimo; però a conti fatti si lascia guardare. In origine la regia fu affidata a John Farrow, che non convinse il boss della RKO Radio Pictures Howard Hughes che incaricò quindi Richard Fleischer di dare una sistematina al tutto, operazione che fu più approfondita del previsto, visto che Hughes pare volesse maggior enfasi, specialmente nel finale. Il risultato di questo guazzabuglio produttivo è un film in cui ognuno sembra andare un po’ per la propria strada: Robert Mitchum è Milner, il tipico protagonista dei noir che viene coinvolto in un gioco più grande di lui e di cui è del tutto ignaro; Jane Russell è Lenore, la classica femme fatale che recita la parte di donna avida ma è invece sinceramente romantica; Vincent Price è Cardigan, uno strampalato e stravagante divo del cinema che confonde la realtà con le storie dei suoi film d’avventure. Se Mitchum e la Russell tengono un tenore recitativo simile, e infatti il loro rapporto è una delle cose che funziona in modo coerente nel film, Price sembra recitare una farsa e il fatto sorprendente è che la regia (di chiunque sia in quei frangenti) lo asseconda. Il finale procede su un montaggio alternato e le due trame sono completamente diverse come clima narrativo: Milner è stato catturato dai banditi sulla nave e rischia seriamente la vita mentre Cardigan perde tempo in siparietti comico demenziali. Memorabile, in tal senso, l’affondamento della barca coi poliziotti messicani, troppo numerosi, chiamati da Cardigan per andare a salvare Milner. Questa scena, divertente ma degna di una comica di Stanlio e Ollio, sembra un po’ fuori luogo in un film che nel frattempo, sull’altro binario narrativo, cercava di alimentare la tensione per la sorte di Milner. In ogni caso pare fu Hughes in persona a pretendere questa curiosa scenetta, evidentemente ritenuta indispensabile, che comportò anche alcune difficoltà produttive (e connessi costi). 


Probabilmente il finale è la parte più debole, proprio per questo deriva farsesca che finisce per inquinare l’atmosfera noir che, complessivamente, Il suo tipo di donna comunque mantiene. Può essere che il merito sia proprio di Vincent Price che riesce tutto sommato ad essere credibile pur in un ruolo più surreale che pittoresco; spassose le sue gag con il poliziotto messicano recalcitrante ad unirsi alla missione. La virata finale, in cui Cardigan diviene di fatto una macchietta, lo toglie di gioco dal triangolo sentimentale, (anche perché nel frattempo era arrivata sulla scena la moglie); campo libero quindi per quella che, in precedenza, era la sua amante, Lenora e l’eroe della storia Milner. Prende quindi un minimo significato il titolo, Il suo tipo di donna, diversamente, per tutto il lungometraggio, davvero poco centrale alla storia. Perché i personaggi di Robert Mitchum e Jean Russell hanno sì qualche schermaglia ma non affondano mai realmente il colpo se non nel lieto fine. Per altro, seppur accennato, il loro rapporto è uno dei pochi elementi di sviluppo narrativo della storia. Il resto è una serie di scene, sequenze e situazioni tipiche del cinema noir dove, insieme al protagonista, non riusciamo a raccapezzarci di cosa stia succedendo. Per quanto, pur se la storia sembra un po’ tirata per i capelli, (del resto Mitchum dichiarò che il copione non c’era e si girava a braccio giorno per giorno), sarà per la mano di Farrow o di Fleischer, per il carisma dello stesso Mitchum o per il fascino della Russell, ma il film in fin della fiera funziona. E poi nell’ombra c’è un cattivo di spessore, Raymond Burr nei panni del malavitoso Nick Ferraro, e comunque il fatto di capirci poco è una situazione tipica di molti noir. Quindi, nel complesso, il bilancio è positivo.   





 Jane Russell



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