799_LA LEGGE DEL SIGNORE (Friendly Persuasion). Stati Uniti; 1956. Regia di William Wyler.
Il film La legge del
Signore di William Wyler è tratto dal libro di Jessamyn West The friendly persuasion, che significa persuasione amichevole, che poi è anche
quella che opera il regista (e chissà, forse anche lo scrittore) per convincere
lo spettatore a seguire le vicende di una famiglia di quaccheri ai tempi della
Guerra Civile Americana. Perché le gesta dei Birdwell, la famiglia quacchera
appunto, sono tra le meno appassionanti e avvincenti che si possano trovare a
quei tempi in America: per via della loro confessione, il nostro simpatico
nucleo famigliare è contrario alla violenza (e quindi alla guerra), alla
musica, al ballo, alle competizioni, insomma non si tratta certo di tipi troppo
interessanti. Ci pensano però Wyler (e West prima di lui) a imbastire una sorta
di commedia, con spunti di cinema ora comico, (il piccolo Azaria alle prese con
Samantha, l’oca della fattoria), ora sentimentale (la figlia Martha/Phyllis
Love e la sua storia con l’aitante ufficiale unionista Gard/Peter Mark Richman),
e anche avventuroso quando Giosuè (un giovane Anthony Perkins) decide di
infrangere i precetti della confessione quacchera per arruolarsi nella Guardia
Civile a difesa del paese a fronte dell’imminente invasione Confederata. A far
da sfondo a questi differenti momenti che tengono sempre viva l’attenzione
dello spettatore, la continua opera di persuasione dell’uomo di casa, Giona
Birdwell (un divertito Gary Cooper) che cerca di moderare l’integerrima
abnegazione della moglie Eliza (un’impeccabilmente bella Dorothy McGuire)
ministro della religione quacchera e devota osservante dei suoi precetti. Wyler
è bravissimo perché tiene il passo e molto spesso riesce a strappare una sonora
risata allo spettatore, nonostante il plot narrativo sia forse eccessivamente
dispersivo otre che, come detto, non proprio stimolante di suo.
Dorothy McGuire
per me i quaccheri, se raccontati bene, possono essere interessantissimi!... come giustamente dici, le soluzioni narrative ci sono :)
RispondiEliminaQuelle ci sono sempre!
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