Translate

venerdì 2 marzo 2018

I DIMENTICATI

109_I DIMENTICATI (Sullivan's travel). Stati Uniti 1941;  Regia di Preston Sturges.

L’importanza del film I dimenticati di Preston Sturges è duplice; se può essere facilmente annoverato tra i migliori esempi di commedia americana del periodo, in realtà il suo aspetto più rilevante è quello metalinguistico. Il protagonista del film, John Sullivan (Joel McCrea) è infatti un regista di commedie che, quasi avvertendo una sorta di senso di colpa per questo suo approccio disimpegnato al mondo della settima arte in un periodo tanto difficile (la guerra, gli effetti della Grande Depressione), vorrebbe dirigere un film più serio e impegnato, dal titolo Fratello, dove sei?. Un’opera, cioè, che metta a nudo i problemi della gente vera, quella che fatica a tirare la fine del mese; un film che sia socialmente utile, e non un vezzo buono per divertirsi in una serata di svago. Nel film vengono citati i principali registi di commedie, ovvero Frank Capra e Ernst Lubitsch, a quest'ultimo uno dei produttori di Sullivan somiglia anche nel suo aspetto col sigaro sempre in bocca. E' quindi su di un preciso movimento cinematografico che Sturges riflette, interrogandosi se sia il caso di mostrare prodotti di puro svago come le commedie hollywoodiane, in un momento storico tanto truce. La bravura del regista americano è che, per farlo, utilizza lo stesso strumento che pone sotto esame, ovvero il cinema, e la commedia americana nello specifico. In realtà I dimenticati è molto più che una commedia americana: ci sono passaggi degni del cinema slapstick, come le corse per prendere il treno merci o l’indiavolata fuga con una sorta di sidecar; o da commedia screwball, per esempio quando i produttori provano a convincere Sullivan a lasciar perdere il progetto Fratello dove sei?; non mancano i passaggi romantici, dove ha la parte del leone la deliziosa Veronica Lake, la ragazza lasciata senza nome nella pellicola;

e poi la tragedia sempre mista alla farsa, soprattutto nella fase in cui il nostro eroe finisce veramente nei guai, per arrivare addirittura ad un piccolo assaggio di cinema carcerario prima del prevedibile lieto fine. Ed è proprio tra questi due momenti, il periodo di prigionia di Sullivan e il finale, che c’è il passaggio decisivo; ai reclusi del bagno penale, in cui è carcerato anche il nostro baldo e volenteroso regista, è concessa una serata al cinema. La proiezione si svolge in una chiesa frequentata da gente di colore, dopo la funzione religiosa, e mentre un telo bianco viene calato a mo’ di schermo, il pastore intona un inno di benvenuto per i carcerati, ospiti della comunità religiosa per il momento di svago cinematografico.

La musica è greve, forse a sottolineare la solennità del momento, si celebra l’importanza del cinema: ma poi le immagini proiettate sono cartoni animati di Topolino, con Pippo e Pluto che ne combinano di ogni. Risate generali, sia dei fedeli, che dei carcerati, che trovano un momento di puro svago e divertimento nella loro triste esistenza. Sullivan sul momento sembra un po’ incredulo, ma ben presto si lascia andare anche lui e, tra le sonore risate, può senz'altro pensare alla prossima commedia da fare, lasciando Fratello dove sei?, a registi, magari più impegnati, ma meno socialmente utili.


Veronica Lake









Nessun commento:

Posta un commento