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mercoledì 29 maggio 2024

L'ALBERO DELLA VENDETTA

1489_L'ALBERO DELLA VENDETTA (Ride lonesome). Stati Uniti, 1959; Regia di Budd Boetticher.

Il regista Budd Boetticher è uno dei pochi cineasti in grado di girare B-Movie come fossero produzioni più importanti. É il caso anche di questo ottimo L’albero della vendetta, che, pur disponendo del formato Cinemascope e degli ottimi colori della Eastman Color, ed essendo girato completamente in esterni di grande impatto visivo –le Alabama Hills presso Lone Pine, California– rimane per sua natura intrinseca un solido film di serie B. Però si tratta di serie B di ottima fattura: secco e concentrato sul proprio tema, senza fronzoli, dritto a bersaglio. La trama, opera del bravo Burt Kennedy –soggetto e sceneggiatura– è lineare, niente di complicato; ma i suoi risvolti si dipanano un poco alla volta, tenendo sempre lo spettatore sulla corda. Ben Brigade (l’ineffabile Randolph Scott) sta dando la caccia ad un fuorilegge; poi si scopre che in realtà la caccia è un diversivo per attirare il fratello del bandito; e non è la taglia che interessa a Brigade, ma una quello che vuole questi è una vendetta da consumare. Questo meccanismo è utilizzato anche per svelare man mano le intenzioni di Sam e Whit, i due uomini che incontra Brigade, e, nel complesso permette di tenere sempre vivo l’interesse sulla vicenda, perché il quadro generale della vicenda, come detto, muta e si chiarisce progressivamente. Questo pur rimanendo nei canoni delle produzioni minori, i B-Movie, appunto. Le psicologie dei personaggi, in effetti, non compiono particolari evoluzioni o sviluppi, nel tempo –se non Sam che, per un certo periodo, rimane in bilico– ma sono piuttosto figure adatte allo scopo del racconto. Maestro, in questo, Randolph Scott, non troppo espressivo ma solido e adeguato al livello di racconto e produzione; da ricordare Lee Van Cliff, nei panni del fratello cattivo del bandito, e James Coburn, in quelli del poco sveglio With, per un cast di sorprendente livello. In quest’ottica, doverosa la chiusura dedicata a Karen Steele, davvero troppo bella per un B-Movie. Del resto, la bravissima attrice americana, è uno dei grandi rimpianti di Hollywood, non avendo avuto il posto che avrebbe meritato nell’Olimpo delle Star del cinema. 







Karen Steele 






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