1228_AVAMPOSTO TELEGRAFICO (Overland Telegraph). Stati Uniti, 1951; Regia di Lesley Selander.
La carriera di Tim Holt è un piccolo mistero: dopo
aver lavorato per conto di registi di primissima categoria tra i quali Orson
Welles, Gregory La Cava, John Ford e John Huston, divenne una stella dei
western di serie B. In questi filmetti, perlopiù diretti da Lesley Selander –
proprio come Avamposto telegrafico – Holt interpreta un personaggio dal
suo stesso nome, e questo la dice lunga sul tenore di queste produzioni. Tim
Holt, il personaggio dei film western, è una sorta di Tom Mix leggermente
aggiornato: Mix era l’eroe dei western muti e l’abbigliamento iconico di Holt
in parte lo ricorda. Proprio come i personaggi dei fumetti che si ispireranno
nei decenni alle sue gesta, Tim ha un fido scudiero, Chito Rafferty (Richard
Martin), messicano di origine irlandese che pensa unicamente a mangiare e a
correre dietro alle gonnelle. I film del duo furono una ventina e Avamposto
telegrafico è uno degli ultimi. Erano ormai gli anni Cinquanta e le
produzioni di serie B si affidavano a cliché consolidati: se il protagonista
era preso direttamente dalla preistoria del genere western, alla corrente degli
all’epoca recenti anni Quaranta si ispirava il tenore del racconto. Nei tipici western
romantici dei 40s, per la verità, il protagonista era un fuorilegge mentre
Tim Holt è un eroe a tutto tondo ma, come riferimento a questa corrente, va
messa a referto la presenza di ben due ragazze piuttosto intraprendenti. Gail
Davis era una specialista dei B-Movie western e in effetti si disimpegna
egregiamente a cavallo o con le armi da fuoco. Più elegante Mari Blanchard che
nel film è una cantante da saloon che corona il suo sogno di maritarsi. Non con
Tim Holt, naturalmente, che gli eroi dei B-movies, come quelli dei fumetti, ben
difficilmente si sposano.
Mari Blanchard
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