1229_TUTTO TOTO' - IL LATITANTE . Italia, 1967; Regia di Daniele D'Anza.
Durante gli ultimi mesi della sua vita il grande Totò interpreta un
ciclo di film televisivi sul modello degli sceneggiati Rai dell’epoca, nei
quali dar sfoggio del proprio repertorio. L’occasione era quella di mettere in
scena progetti non andati in porto, come il caso del primo episodio realizzato
in regia dal valido Daniele D’Anza. Il Latitante era un soggetto di
Sergio Corbucci e Giovanni Grimaldi, che pare dovesse intitolarsi Le Belve,
che lascia comunque tutto lo spazio necessario a Totò per i suoi tipici
siparietti. Il Principe della Risata è evidentemente in fase calante, si
spegnerà nell’aprile di quello stesso 1967, ma tutto sommato tiene botta
egregiamente. Per una volta, il suo eccedere non va a discapito dell’opera,
limite che qualche volta gli poteva essere imputabile, perché lo sceneggiato
imbastito da D’Anza prevede proprio che Totò debba essere l’assoluto mattatore.
D’Anza, semmai, sembra troppo circospetto, quasi timoroso, e questo forse
potrebbe spiegare la regia effettivamente troppo discreta anche per un prodotto
televisivo. Comunque la trama ha una certa sostanza, con Gennaro La Pezza, il
personaggio di Totò, che uscito dal carcere si mette a truffare un paio di
uomini facoltosi millantando di essere stato loro compagno di scuola e
imbastendo una complicata storia, che il nostro riesce a rendere
digeribile alla sua maniera, per spillare vitto, alloggio e un po’ di quattrini
agli ignari signori. Nel finale ci prova con la persona sbagliata: l’uomo
fermato è infatti un ispettore (Gino Cervi) e La Pezza farà così ritorno alla
prigione. Negli anni Sessanta, almeno in televisione, il crimine non pagava
davvero, nemmeno se c’era Totò.
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