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venerdì 11 luglio 2025

MILLE PECCATI... NESSUNA VIRTU'

1696_MILLE PECCATI... NESSUNA VIRTU' , Italia 1969. Regia di Sergio Martino

Accanto ai paesi esotici, quelli ritenuti abitualmente emancipati erano quindi ormai entrati definitivamente nelle mire dei Mondo-movie: lì, evidentemente, la rivoluzione sessuale di quegli anni si era concretizzata in modo sfacciato e i cineasti degli pseudo-documentari, perlopiù italiani, dovettero esserne particolarmente colpiti. O, forse, scaltramente, colsero negli effetti di quel fenomeno un modo per continuare a fare del sensazionalismo a buon mercato, ma con l’alibi della morale costituita da difendere. In effetti, che un autore come si dimostrerà in seguito Sergio Martino, si erga nel suo esordio cinematografico ad araldo della morale suona quantomeno curioso.
Il film in questione è Mille peccati… nessuna virtù, un classico shockumentary che pescava i casi degni di interesse, morboso, beninteso – tra Svezia, Germania, Olanda, Regno Unito, Danimarca, insomma, in quel nord Europa ritenuto, già al tempo, all’avanguardia come emancipazione civile. Nel film, un termine che ricorre in modo insistito è «morale», messa in discussione tanto dai comportamenti disinibiti in ambito sessuale che in quello dell’uso degli stupefacenti, due aspetti che caratterizzavano allora le società nordeuropee. Come detto, a vedere oggi il film, salta all’occhio che a dirigerlo sia stato Sergio Martino che della morale costituita non sarà certo un paladino, nel proseguo della carriera. Ma, in quest’ottica, si può cogliere l’ipocrisia borghese che criticava tali libertà che le nuove generazioni andavano a prendersi. L’«uomo della strada», che incarna alla perfezione il punto di vista di questi pseudo-documentari, non difendeva la morale tradizionale per convinzione, ma perché, nella situazione precostituita, era in grado di infrangerla senza dare troppo nell’occhio, o comunque senza incorrere in una sorta di «scomunica» civile. Questo era vero in ottica complessiva: Jacopetti costituiva, con i suoi estremismi, l’eccezione. La capacità di andare di poco oltre il limite, pensandoci bene, fu proprio una caratteristica del cinema ‘di genere’ all’italiana, soprattutto nei gialli o nelle commedie sexy, di cui Martino fu uno dei migliori interpreti. La ricetta era, grosso modo, spingersi sempre vicino o al massimo poco oltre al limite concesso dalla morale comune, per solleticare la pruderie dello spettatore, sia in campo erotico delle commediole che della violenza dei thriller. Ma, per far questo, necessitava un limite, un confine del lecito consentito, che, invece, la rivoluzione sessantottina voleva abbattere e, nei paesi nordici, aveva praticamente abbattuto. Al tempo, Martino era un regista esordiente e, di conseguenza, semisconosciuto. Nonostante ciò, e prendendo quindi in esame solo Mille peccati… nessuna virtù, la critica colse già una certa ipocrisia nel suo film: “Con un lavoro di montaggio non troppo persuasivo, Sergio e Luciano Martino ci conducono per mano nel solito itinerario del vizio europeo. Non c’è nulla di nuovo in quel finto matrimonio tra anormali celebrato da uno spretato, in quella famiglia hippy dove tutti si drogano, in quelle feste per donne sole. In più abbiamo un commento che parla di decadenza, esalta l’amore, e biasima l’industria del «proibito» che attrae gli ingenui. Ma al regista non fischiano le orecchie?”. [P. Per., I peccati sono mille, Stampa Sera, anno 101 n. 286, 15, 16 dicembre 1969, pagina 9]. L’incoerenza indicata nella recensione è, ovviamente, legata al fatto che il regista, con il suo film, cercava di attrare gli spettatori proprio con quegli elementi che poi, nel commento, criticava severamente. Il che è innegabile, anche perché si tratta di una caratteristica non solo di Mille peccati… nessuna virtù ma di tutto il genere Mondo movie. Andando nello specifico del lungometraggio, Martino ha comunque delle intuizioni argute, che, a vederle oggi, sono sorprendenti. Ad esempio, quando si lamenta che le istituzioni sociali sconfinino arrivando nell’ambito dell’educazione famigliare –si fa l’esempio che ai genitori, in Svezia, fosse proibito dalla Legge dare perfino uno scappellotto ai propri figli– e, per quanto possa sembrare un passaggio qualunquista, è purtroppo divenuto oggi un problema concreto anche nei nostri lidi. E anche la lamentela per l’eccessiva esposizione ad immagini disinibite in ambito sessuale, cui erano sottoposti i minori nei paesi nordici –al netto del moralismo fastidioso che si avverte nel commento letto da Riccardo Cucciolla– non è affatto detto che sia del tutto campata in aria. Aspetti delicati e complessi che i Mondo movie affrontavano, onestamente, un po’ troppo a cuor leggero e, al contrario, in sede di critica cinematografica è meglio evitare. Ma a cui il beneficio del dubbio si può concedere anche perché l’ideologia rivoluzionaria, di cui nel film vediamo i primi frutti applicati in pratica, aveva quegli stessi sistemi dogmatici che criticava nella società tradizionale. Un problema che, negli anni, si è perfino radicalizzato.
Il film presenta una moltitudine di segmenti, di varia natura ma, grosso modo, tesi a contestare le nuove abitudini della generazione rivoluzionaria. Oltre all’accento su cui, scaltramente, si insiste per i costumi disinibiti, prevalentemente in ambito femminile, anche gli hippy e il loro sfacciato opportunismo, in genere taciuto dall’intellighenzia e dall’élite culturale, finiscono condannati dal severo moralismo della voce fuoricampo. Come accennato, ci sono degli spunti anche condivisibili ma, nel calderone imbastito da Sergio e Luciano Martino, è francamente difficile stabilire cosa davvero meriti. Piuttosto di può notare la spiccata attitudine del regista, che confermerà nei thriller successivi, alle allucinanti scene di riti satanici di sette clandestine e affini, in questo abilmente aiutato dalla musica psichedelica di Peppino De Luca. Verrebbe da dire con passaggi degni di un trip allucinogeno, ma, visto la ferma condanna del film all’uso degli stupefacenti, sembrerebbe voler evidenziare una contraddizione di troppo.  
 



           

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