1693_LE PICCANTI AVVENTURE DI TOM JONES (The Badwy Adventures of Tom Jones), Regno Unito 1976. Regia di Cliff Owen
In sé, Le piccanti avventure di Tom Jones è uno scollacciato e divertente film in costume che racconta in tono picaresco le disavventure del protagonista, il Tom Jones (Nicky Henson) citato nel titolo. In questo senso, le peripezie di questo giovanotto dalle presunte umili origini, che si trova a rivaleggiare con il coetaneo e aristocratico Bliffil (Murray Mervyn), rappresentano un tipico passatempo cinematografico degli anni Settanta. Un’epoca in cui evocare i contenuti sessuali era un elemento sufficiente a suscitare l’interesse del pubblico delle sale cinematografiche. Non ci sono, infatti, scene particolarmente spinte ne Le piccanti avventure di Tom Jones; del resto il testo all’origine, Tom Jones [nell’originale The history of Tom Jones, a Foundling] è un romanzo di Henry Fielding del 1749. Grosso modo, il senso del racconto originale è rispettato e il tema è un classico della cultura europea, ovvero quello del protagonista dalle umili origini. Se a prima vista questo argomento sembra veicolare un messaggio progressista, non lo è mai fino in fondo, e rischia piuttosto di essere una conferma delle convinzioni più reazionarie. Infatti, puntualmente anche in Tom Jones, dopo che il protagonista si è fatto valere pur non avendo un pedigree che ne certifichi il valore preventivamente –leggi un titolo nobiliare– si scopre che il Nostro, in realtà, è un rappresentante dell’aristocrazia. Il che è un clamoroso autogol, almeno in chiave di riscatto sociale, perché è come dire che se non si ha il sangue blu non sia possibile elevarsi dalla massa. Ovviamente questa non è una critica specifica nei confronti di Henry Fielding, l’autore del romanzo, mentre qualche dubbio, forse, il regista di Le piccanti avventure di Tom Jones, Cliff Owen, se lo poteva anche porre, visto i secoli passati. Tuttavia è evidente che, nella cultura e tradizione europea –a partire dei testi sacri, si pensi alle origini nobili di Gesù Cristo– questa sia sostanzialmente sempre stata l’impostazione di questo genere di racconti. Saranno gli americani –e ci sono splendidi esempi nel cinema, come i film di Frank Capra Mr. Smith va a Washington o Arriva John Doe– che metteranno l’uomo qualunque al centro del loro racconto, senza alcuna dietrologia riguardo alle sue origini. Tuttavia, nonostante questa impostazione un po’ datata del suo film, Cliff Owen e i suoi sceneggiatori hanno almeno un merito originale nella realizzazione de Le piccanti avventure di Tom Jones: ovvero l’inserimento del personaggio di Black Bess nel copione. Stando ai resoconti, Black Bess era il nome del cavallo del celebre brigante inglese Dick Turpin, un bandito vissuto agli inizi del XVIII secolo e famoso per le rapine ai convogli lungo le strade di periferia, oltre che una serie di altri svariati crimini.
Dopo la sua esecuzione avvenuta a York nel 1739, Turpin accrebbe la sua popolarità fino a divenire una leggenda grazie alle ballate e al teatro popolare del XVIII secolo e all’opera letteraria Black Bess, The Knight of the road, in genere attribuita a Edward Viles, uscita nel secolo successivo. Nel XX secolo fu la volta del cinema ad occuparsi delle gesta di Dick Turpin con i corti di inizio secolo e i primi lungometraggi degli anni Venti ma, probabilmente, la più iconica e affascinante versione del tipico brigante da strada inglese sarebbe arrivata grazie ai videoclip musicali, agli inizi degli anni 80. Il video di Stand and Deliver, il singolo degli Adam and the Ants uscito nel 1981 e in grado di arrivare al numero 1 della classifica britannica, presenta un protagonista, Adam Ant (al secolo Stuart Leslie Goddard), nelle vesti di un bandito dandy che diverrà una delle figure più influenti, sebbene forse meno note ai più, dell’epoca. Adam Ant, all’apice del successo, fu convocato perfino dalla regina Elisabetta II, mentre si può vedere parte della sua iconica eredità nel personaggio di Jack Sparrow interpretato da Johnny Deep nella saga dei Pirati dei Caraibi, che spopolò a livello mondiale nei primi anni del terzo millennio. La figura di Adam Ant, soprattutto in Stand and Deliver, è davvero formidabile e, sebbene il suo “Stand and deliver: your money or your life!” [Traduzione Alzati e consegna: i tuoi soldi o la tua vita!] fosse la tipica espressione in voga presso i briganti di strada dell’Inghilterra del XIX secolo, paiono evidenti i rimandi al Black Bess di Le piccanti avventure di Tom Jones. L’aspetto più rilevante, di tutta quanta questa vicenda, è l’ambiguità sessuale di fondo, nel senso che il personaggio alimenta il mistero che lo circonda anche sotto questo profilo.
Del resto Adam Ant utilizzava un pesante make-up che, in parte, si rifaceva alla moda dell’epoca rievocata nel video ma cavalcava anche l’onda promiscua del suo tempo contemporaneo. Del resto perfino Johnny Depp, Ne I Pirati dei Caraibi, non può certo essere preso per campione di virile brutalità con i suoi occhi truccati e il suo modo di fare. Non si tratta di un equivocare sulla propria sessualità in modo deciso o esplicito, e il successo con il gentil sesso sia di Adam Ant che di Johnny Depp elimina ogni dubbio in proposito. Piuttosto, c’è la consapevolezza che alcuni confini ormai codificati da anni di conformismo sessuale non corrispondano al vero fascino dell’attrazione. In questo senso, è emblematico che la figura di Black Bess ne Le piccanti avventure di Tom Jones, ovvero quella ha originato questa nuova versione del bandito dandy, sia interpretata da una donna: Joan Collins. La scena che introduce nella storia la favolosa Joan è la tipica rapina alla diligenza dell’epoca, in pratica quella del citato video Stand and Deliver, con alcune allusioni sessuali che sono gestite con la consueta classe e nonchalance dall’attrice inglese. Joan Collins nei panni di Black Bess ha un ruolo secondario, nel film, eppure è di gran lunga il personaggio più memorabile: la bellezza dell’attrice è alimentata dai costumi che ne esaltano il fascino grazie ad alcuni richiami fetish e s/m. Il suo destreggiarsi con la pistola o la spada, con cui sconfigge i due uomini della diligenza, nonché la sua intraprendenza che mette ripetutamente alle corde il protagonista, sono il rovesciamento di molti cliché classici di quell’epoca in cui le dame erano tipicamente in pericolo in attesa del cavaliere che arrivasse a salvarle. Joan mostra come una donna possa essere tanto damigella che cavaliere ed esserlo nello stesso tempo, mantenendo intatta la femminilità senza per questo dover rinunciare all’autonomia. Insomma, il film è divertente, si è detto; Joan Collins, nei panni di Black Bess, assolutamente imperdibile.
Joan Collins
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