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lunedì 7 luglio 2025

SINS - PECCATI

1694_SINS - PECCATI (Sins), Stati Uniti 1986. Regia di Douglas Hickox

Mentre era ancora impegnata con Dynasty, Joan Collins cercò di sfruttare il momento propizio per fare qualcosa di diverso, in modo da non venire del tutto identificata con il personaggio di Alexis, effettivamente non semplice da «portare» per un tempo prolungato. Ma Joan non voleva rinnegare l’ambiente in cui si muoveva la Colby, e nel quale si trovava perfettamente a suo agio: amava il lusso degli anni Ottanta, e riteneva di poter interpretare un altro personaggio determinato e in grado di avere successo senza per questo essere scorretto quanto lo era Alexis. Per ottenere questo scopo, la Collins divenne addirittura produttrice, insieme al marito dell’epoca, lo svedese Peter Holm: il primo risultato fu Peccati, una miniserie dalla complessiva durata di 5 ore abbondanti. Sins, questo il titolo originale, pur essendo un prodotto televisivo tutto sommato anche simile, presentava almeno una notevole differenza rispetto a Dynasty, avendo una durata circoscritta. Per quanto i 320 minuti costituissero una discreta quantità di tempo per raccontare una vicenda, Peccati copriva un arco narrativo enorme, partendo dalla Seconda Guerra Mondiale fino ad arrivare agli al tempo odierni anni Ottanta. I colpi di scena clamorosi non mancano nemmeno in questa nuova produzione ma, a differenza che nelle Soap Opera, qui non sono svolte narrative che aprono di volta in volta nuovi scenari ma, piuttosto, servono a convogliare le trame ad un punto prefissato. Sotto questo aspetto, per la verità, il lavoro di Nicholas Bienes e Rhea Gallagher (con lo pseudonimo di Judith Gould), autori del romanzo omonimo, lascia un po’ a desiderare, al netto del sensazionalismo narrativo che contraddistingue il soggetto. Joan Collins interpreta Hélène Junot, una volitiva donna francese, dal passato tragico ma in grado di risalire la china fino a divenire una imprenditrice di successo nella rampantissima New York degli anni Ottanta. Per comprendere il tenore enfatico del racconto, che si presenta come una storia ambientata nel mondo della moda e del glamour dei Fabulous Eighties, basti prendere il passaggio in cui i nazisti, capitanati dal sadico ufficiale von Eiderfeld (Steven Berkoff), si accaniscono contro la famiglia Junot. La madre, una patriota francese, nonostante fosse incinta viene barbaramente uccisa, Hélèn, al tempo una giovinetta, violentata, il fratello e la sorellina mandati ai campi di concentramento. La Collins, che subentra nella cronologia quando la protagonista è divenuta una giovane donna, approfitta della lunghezza del tempo del racconto per sfoggiare un’impressionante guardaroba: pare che si arrivi a 85 vestiti indossati dall’attrice, molti dei quali disegnati dal famoso stilista Valentino. Va detto che Joan è particolarmente adatta alla moda degli anni Ottanta, per quanto non si può negare una evidente deriva kitsch che inebria un po’ tutto quanto. Anche il fatto che l’attrice, al tempo cinquantatreenne, vada a interpretare la Hélène di oltre vent’anni più giovane, in termini di credibilità è un azzardo rischioso, nonostante la bellezza della Collins fosse ancora abbagliante. Insomma, Peccati può senz’altro appassionare lo spettatore in cerca di emozioni forti a buon mercato, ma lo stile degli anni Ottanta, che Joan Collins qui interpreta in maniera assoluta, può risultare stucchevole. 







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