1694_SINS - PECCATI (Sins), Stati Uniti 1986. Regia di Douglas Hickox
Mentre era
ancora impegnata con Dynasty, Joan Collins cercò di sfruttare il momento
propizio per fare qualcosa di diverso, in modo da non venire del tutto
identificata con il personaggio di Alexis, effettivamente non semplice da «portare» per un tempo
prolungato. Ma Joan non voleva rinnegare l’ambiente in cui si muoveva la Colby,
e nel quale si trovava perfettamente a suo agio: amava il lusso degli anni
Ottanta, e riteneva di poter interpretare un altro personaggio determinato e in
grado di avere successo senza per questo essere scorretto quanto lo era Alexis.
Per ottenere questo scopo, la Collins divenne addirittura produttrice, insieme
al marito dell’epoca, lo svedese Peter Holm: il primo risultato fu Peccati,
una miniserie dalla complessiva durata di 5 ore abbondanti. Sins, questo
il titolo originale, pur essendo un prodotto televisivo tutto sommato anche
simile, presentava almeno una notevole differenza rispetto a Dynasty,
avendo una durata circoscritta. Per quanto i 320 minuti costituissero una
discreta quantità di tempo per raccontare una vicenda, Peccati copriva
un arco narrativo enorme, partendo dalla Seconda Guerra Mondiale fino ad
arrivare agli al tempo odierni anni Ottanta. I colpi di scena clamorosi non
mancano nemmeno in questa nuova produzione ma, a differenza che nelle Soap
Opera, qui non sono svolte narrative che aprono di volta in volta nuovi scenari
ma, piuttosto, servono a convogliare le trame ad un punto prefissato. Sotto
questo aspetto, per la verità, il lavoro di Nicholas Bienes e Rhea Gallagher
(con lo pseudonimo di Judith Gould), autori del romanzo omonimo, lascia un po’
a desiderare, al netto del sensazionalismo narrativo che contraddistingue il
soggetto. Joan Collins interpreta Hélène Junot, una volitiva donna francese, dal
passato tragico ma in grado di risalire la china fino a divenire una imprenditrice
di successo nella rampantissima New York degli anni Ottanta. Per comprendere il
tenore enfatico del racconto, che si presenta come una storia ambientata nel
mondo della moda e del glamour dei Fabulous Eighties, basti prendere il
passaggio in cui i nazisti, capitanati dal sadico ufficiale von Eiderfeld (Steven
Berkoff), si accaniscono contro la famiglia Junot. La madre, una patriota
francese, nonostante fosse incinta viene barbaramente uccisa, Hélèn, al tempo
una giovinetta, violentata, il fratello e la sorellina mandati ai campi di
concentramento. La Collins, che subentra nella cronologia quando la
protagonista è divenuta una giovane donna, approfitta della lunghezza del tempo
del racconto per sfoggiare un’impressionante guardaroba: pare che si arrivi a
85 vestiti indossati dall’attrice, molti dei quali disegnati dal famoso
stilista Valentino. Va detto che Joan è particolarmente adatta alla moda degli
anni Ottanta, per quanto non si può negare una evidente deriva kitsch che
inebria un po’ tutto quanto. Anche il fatto che l’attrice, al tempo cinquantatreenne,
vada a interpretare la Hélène di oltre vent’anni più giovane, in termini di
credibilità è un azzardo rischioso, nonostante la bellezza della Collins fosse
ancora abbagliante. Insomma, Peccati può senz’altro appassionare lo
spettatore in cerca di emozioni forti a buon mercato, ma lo stile degli anni
Ottanta, che Joan Collins qui interpreta in maniera assoluta, può risultare stucchevole.
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