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sabato 4 gennaio 2025

KHARTOUM

1602_KHARTOUM . Regno Unito 1966: Regia di Basil Dearden

Khartoum è un colossal storico di Basil Dearden, ambientato nella capitale sudanese nel 1884, ai tempi della dominazione inglese. La storia dell’Impero Britannico è talmente vasta e densa di avvenimenti, che potrebbe dar origine ad un sottogenere all’interno dei film con ambientazione storica: da I Lancieri del Bengala a Zulu, passando naturalmente per Lawrence d’Arabia, esiste infatti una fiorente filmografia dedicata alle imprese delle forze di Sua Maestà. Onestamente questo Khartoum non è uno degli esempi migliori, nonostante gli sforzi della produzione per farne un colossal che si rispetti: dal formato Ultra Panavision 70 mm al cast, forte di due star come Charlton Heston e Laurence Oliver, nei panni dei due protagonisti, rispettivamente Gordon Pascià e il Mahdi. Gordon Pascià, al secolo Charles George Gordon, venne nominato governatore inglese del Sudan per fronteggiare la rivolta capeggiata da Muhammad Ahmad, autoproclamatosi “il Mahdi”, una sorta di messia islamico. Il film si apre con lo sterminio, da parte degli insorti guidati dal Mahdi, di un reparto dell’esercito egiziano sotto la sciagurata guida di Hicks Pascià, il predecessore di Gordon; non è un buon auspicio per gli inglesi, che però lungo la durata del lungometraggio faranno anche di peggio. Lo statista William Ewart Gladstone (Ralph Richardson) spedisce Gordon in Sudan, per proteggere Khartoum dall’assedio degli uomini dal Mahdi; ma diffidando dall’indole indipendente del generale, gli appioppa alle costole il colonnello Stewart (Richard Johnson), il quale, nel corso del tempo, imparerà però ad apprezzare il carisma dell’uomo che deve sorvegliare. Una volta comprese l’impossibilità di difende la capitale sudanese con appoggi locali o egiziani, Gordon reclama rinforzi dalla madre patria; a Londra però, non si vuole un coinvolgimento troppo diretto, e così alla fine si opta per un ignobile e opportunistico sacrificio di Gordon e degli assediati, arrivando con i soccorsi dopo un calcolato lieve ritardo. E’ chiaro che l’Impero Britannico, a fine ‘800, avesse i suoi bravi problemi a gestire un dominio enorme; quindi la politica passiva adottata in Sudan nell’occasione dell’assedio di Khartoum può avere delle giustificazioni: ma fa comunque un po’ specie vedere un regista e una produzione inglesi, sparare a zero sulla condotta della madrepatria. La trama del film ha naturalmente romanzato gli avvenimenti storici, che però nel complesso vengono grosso modo rispettati; può essere che Gordon fosse anche nella realtà un personaggio scomodo, oltre che un eroe. In questo caso il comportamento del governo inglese potrebbe essere anche più comprensibile, sebbene comunque ignobile. Il regista Basil Dearden si affida ad una regia abbastanza convenzionale; Heston recita il suo ruolo di granitico eroe, mentre Oliver si adatta ad una parte più pittoresca, con buona riuscita. Nel complesso il prodotto finale è godibile, soprattutto per la curiosità dovuta alla matrice storica.   





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giovedì 2 gennaio 2025

GLI SPECIALISTI

1601_GLI SPECIALISTI . Italia, Francia, Germania Ovest 1969: Regia di Sergio Corbucci

Sergio Corbucci conferma, con l’interessante Gli specialisti, la sua fama di nume tutelare, secondo solo al grandissimo Sergio Leone, degli spaghetti-western. Il regista romano ha una assoluta padronanza di questo particolarissimo genere, e riesce ad inserire nel suo lavoro alcune forzature che, a conti fatti, finiscono per essere tra gli aspetti più rimarchevoli dell’opera. Ad esempio la presenza dei quattro giovani debosciati che fumano hashish, o l’incredibile e grottesca ultima sequenza con gli abitanti di Blackstone nudi e costretti a strisciare come vermi per la main-street, sono passaggi che, a rigor di logica e coerenza narrativa, dovrebbero lasciare perplessi. Eppure rappresentano anche il lato meno gratuito e scontato del film e, se li assumiamo ad esempio, in generale del western all’italiana. Genere che può avere un senso se porta qualcosa di originale, di realmente significativo, perché diversamente l’idea di produrre film sulla conquista dell’ovest americano girati in Italia o in Europa sarebbe davvero poco comprensibile. Da un punto di vista squisitamente narrativo la storia è ben congeniata, e riflette anche la critica sociale che probabilmente preme a Corbucci, che se la prende con gli affaristi e la gente per bene: sarebbero questi ultimi gli specialisti del titolo, nel senso di ‘specialisti in linciaggi’, o, per proseguire con la metafora, in giustizia di comodo. Il protagonista è Hud, un pistolero che se ne va in giro con un gilet in maglia di ferro in grado di respingere le pallottole (tipico espediente da spaghetti-western) interpretato da un Johnny Halliday che fa un po’ troppo il verso al Clint Eastwood della trilogia del dollaro. Più interessanti le figure dello sceriffo interpretato da Gastone Moschin, che pur sembrando un impiegato più che un uomo di azione, rivela comunque una sua non comune dignità, e del bandito pseudo-rivoluzionario messicano El Diablo (Mario Adorf), un personaggio interessante anche se, forse, non definito fino in fondo. Nonostante moltissimi elementi siano smaccatamente legati alla frontiera americana del 1800, nel complesso, vuoi per l’ambientazione alpina, vuoi per certi passaggi davvero troppo grotteschi, il lungometraggio sembra una sorta di pastiche, divertente e graffiante: ma forse rappresenta meglio di tanti altri, l’anima anarchica che è la cifra più tipica degli spaghetti-western.  







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