960_TOTO' CERCA CASA ; Italia, 1949; regia di Steno e Mario Monicelli.
Il film prende il via da uno spunto sociale, quello del
problema della casa, comune a molti italiani nel dopoguerra, ma presto Totò,
sotto la guida di Monicelli e Steno, trova una strada più surreale che
esplicitamente politica o sociale. L’opera, va detto, non ha una struttura
propriamente armonica, ma sembra più che altro costruita per mettere in scena le
tipiche gags che permettano al comico napoletano di dare sfoggio della sua
straordinaria verve. L’inizio vede la famiglia di Beniamino Lomacchio (Totò) alloggiata
in una scuola temporaneamente chiusa, poi c’è il trasferimento nella casa del
custode del cimitero, di lì nello studio di un pittore, quindi addirittura al
Colosseo e finendo in un lussuoso appartamento dove peraltro un immobiliarista
imbroglione ha già alloggiato altre persone. Filo conduttore di questo
peregrinare è Totò, che trova sponde adeguate negli altri personaggi (l’ambasciatore
turco, il capoufficio, il sindaco, eccetera, interpretati da grandi attori del
nostro cinema, come Folco Lulli o Luigi Pavese) che, con i classici intrecci
della commedia, tornano e ritornano nei luoghi del racconto, ingenerando i vari
equivoci tipici di questo genere. La straripante comicità del Principe della
Risata procede su più binari, a cominciare da quello dialettico; per farsene un’idea
basti ricordare una tra le tante battute del film: “lo sa che presto diventerò suo genero?” gli dice il fidanzato
della figlia. “Io di generi come lei non ne voglio. Io voglio quelli alimentari!”
è la fulminante replica del nostro. Oltre alla proverbiale fisicità, con cui Totò
riesce facilmente a strappare come minimo un sorriso, non manca la vena
surreale e, in questo senso, tra le sequenze più improbabili, si ricordi quella
in cui, imitando una gallina, dimostra al custode della scuola di saper fare un
uovo!
Un film che può risultare profondamente attuale anche per molti giovani di oggi.....
RispondiEliminaPer via della casa, dici? Io ci ho convissuto da sempre, tant'è che adesso che ho una casa (col mutuo da pagare, per essere onesti), quando ci penso, ne sono sempre stupito. In famiglia, coi miei, intendo, sono sempre stato in affitto ed è, tutto sommato, una condizione abbastanza precaria, a partire dal fatto che non sai fino a che potrai stare lì ad abitare. Per cui direi che non riguarda solo i giovani di oggi, almeno dal mio punto di vista ;)
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