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venerdì 4 ottobre 2019

LA PAURA BUSSA ALLA PORTA

420_LA PAURA BUSSA ALLA PORTA (Storm Fear); Stati Uniti, 1955Regia di Cornel Wilde.

Prima opera dietro alla macchina da presa per il bravo attore Cornel Wilde, La paura bussa alla porta è un noir che regge benissimo la tensione e ha più di un passaggio notevole. Nel cast lo stesso Wilde interpreta Charlie Blake, un bandito ferito ed in fuga dopo una rapina; con lui ci sono lo stolto Hank (Dennis Weaver) e la poco più che appariscente Edna (Lee Grant), suoi complici nell’atto criminale. Il terzetto si rifugia sui monti, presso il fratello di Charlie, Fred (Dan Dureya), che vive con la bella moglie Elizabeth (Jean Wallace) ed il figlioletto David; chiude il cast l'aiutante che lavora presso i Blake, Benjie (Steven Hill) che, sebbene marginale alla trama rispetto agli altri, sarà protagonista della scena migliore del lungometraggio. L’irruzione dei tre criminali in fuga col malloppo semina scompiglio nella famiglia che vive appartata sui monti e, al momento, addirittura isolata visto la tormenta che infuria. Il turbamento maggiore non sarà però legato all’arrivo dei banditi, quanto alla specifica presenza di uno di loro, ovvero Charlie, padre naturale del piccolo David e compagno di Elizabeth, prima che questa ne sposasse il fratello Fred. Che la situazione famigliare fosse critica, peraltro, si era già intuito prima dell’arrivo dei banditi, quando Benjie, al momento di recarsi per qualche giorno in paese, aveva fatto esplicite allusioni alla desiderabile moglie del suo datore di lavoro. Che tra Elizabeth e il problematico Fred, scrittore malato e fallito, non funzionasse, si era quindi capito sin da subito. 
L’arrivo dei criminali nella casa isolata nella neve, le tensioni già presenti in seno alla famiglia, i retroscena tra Charlie e Elizabeth, fanno salire la tensione in modo palpabile; l’imprevisto ritorno sulla scena di Benjie, ubriaco, darà un ulteriore impulso emotivo all’intrigo che, a quel punto, prenderà la via verso il tentativo di fuga finale attraverso le montagne innevate. I criminali faranno una brutta fine, scannandosi tra di loro: Hank getta Edna giù da un dirupo, poi si scontra con Charlie e addirittura col piccolo David, ingaggiato come guida. Charlie non si rivela molto migliore di Hank, lasciando Edna ferita in mezzo alla neve e, di fatto, costringendo il piccolo David a macchiarsi di omicidio. 

E’ infatti il ragazzo che risolve drammaticamente la contesa con il folle Hank, mentre il buon Benjie ritorna appena in tempo sulla scena per guadagnarsi il lieto fine con Elizabeth e David. Pur se la componente sentimentale è rilevante, il clima torbido della vicenda non è mai morboso in modo eccessivo, ed è supportato da una trama ben congegnata e scrupolosa. La presenza di un ragazzo, non consueta nel noir, modifica un po’ le classiche dinamiche del genere: la femme fatale, a cui presta la figura la bellissima Jean Wallace, pur rimanendo il centro dell’intrigo, lo è in modo sofferto, preoccupata più che altro per la sorte del figlio. Il protagonista maschile, Charlie, subisce anch’esso l’influenza della presenza di David, ma non riesce comunque ad evitare di rovinarngli la vita: è un personaggio certamente controverso, affascinante per la sua forza e per il suo carisma ma, al bilancio finale, innegabilmente negativo. La figura del ragazzino non intralcia quindi la storia, che può essere intesa addirittura come una sorta di racconto di formazione: alla fine, tra il padre finto (scrittore fallito) e quello naturale (criminale) a David, per genitore, tocca il terzo incomodo, l’onesto lavoratore. E' una scelta accettata di buon grado dal ragazzo; con soddisfazione anche per lo spettatore.     







Lee Grant




Jean Wallace




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