Translate

mercoledì 24 dicembre 2025

SANDOKAN - SINGAPORE

1773_SANDOKAN - SINGAPORE , Italia, Francia 2025. Regia di Luca Bernabei e Nicola Abbatangelo 

Chissà se è un caso, ma l’avvicendamento in regia, con Nicola Abbatangelo al posto di Jan Maria Michelini, segna un cambio di passo stilistico: Singapore, il quarto episodio della serie Sandokan, perde del tutto i banali connotati da fiction televisiva per proporre, se non un impatto cinematografico, quanto meno un aspetto da serie TV di prima categoria. L’ambientazione nella Singapore del XIX secolo aiuta, con costumi e scenografie che creano la giusta atmosfera, ma anche le scelte di regia, meno lente panoramiche grandangolari dall’alto in favore di riprese che seguono i personaggi da vicino, aiutano a dare forza alla narrazione. Che, dal punto di vista del soggetto, è perfino esagerata: d’accordo che già la sigla con immagini bidimensionali sovrapposte ci introduce nel tono della serie, ma Singapore è davvero un super concentrato di azione e sentimento. Infatti, proprio come le scene che supportano i titoli di testa sono fotografie e disegni che scorrono su più livelli, anche Sandokan, da un punto di vista narrativo, presenta figure simboliche, stilizzate, che si muovono all’interno di un castello narrativo a più piani. La traccia portante, quella avventurosa, punta diritta al momento in cui Marianna verrà riscattata da Brooke; per sapere come ci si arrivi occorre passare attraverso altre trame di cui quella sentimentale è, ovviamente, la più intensa. Sandokan e la Perla di Labuan giocano a fare i fidanzatini adolescenti –all’interno di una trama decisamente forte, con morti ammazzati come corollario– ma gli allibratori non accetterebbero scommesse sugli sviluppi. Le scene del ballo alla Festa della Luna, peraltro, sono comunque emozionanti, segno che Can Yamal e Alanah Bloor hanno la giusta intesa tra loro e con il contesto. Ma, se si parla di emozioni, la parte del leone la fa Nur (Anja Bourdais), che scopriamo essere la madre di Sandokan. Anzi, no; perché lo si è detto, i colpi di scena emozionanti sono finanche eccessivi, in Singapore. Perché, dopo aver appreso che Sandokan ha una madre, si scopre –e lui con noi, sempre in tema di pathos grondante– che Nur non è la sua vera genitrice. Non prima che la povera donna venga colpita a morte da un proiettile destinato a Marianna e che Sandokan aveva tratto in salvo, decidendo, di conseguenza, la sorte di sua madre. Perché all’appuntamento del riscatto, si erano presentati –non invitati– i terribili uomini in nero, una sorta di ninja, del sultano Muda Ashim. Risultato: Brooke rimane ferito, infuriato e con un pugno di mosche in mano, avendo perso l’oro del riscatto senza aver salvato Marianna. La quale, dopo il rocambolesco scontro, avrà ben capito il simbolismo della situazione: Nur era l’unica donna nella vita di Sandokan e ora era morta al posto suo. Oltretutto, si ritrova di nuovo sul praho dei pirati; ma mentre ci si interroga se questo metterà già fine ai bisticci da innamoratini tra lei e la Tigre della Malesia, un cliffhanger clamoroso scuote il finale di Singapore. Sandokan aveva infine rinunciato ad aiutare Sani, la ragazza Dayak che era stata fondamentale per liberare Yanez e i pirati nel secondo episodio. Quest’ultimo, manifestando un filo – giusto un filo, eh – di ingratitudine, aveva convinto la Tigre che non c’era modo di liberare il popolo della giovane, tenuto in schiavitù dagli inglesi nelle miniere di antimonio. Ma c’è da giurare che, dopo l’ultimo colpo di scena di questa puntata, il pirata riveda le sue posizioni in merito: sua madre, in punto di morte, gli restituisce il ciondolo che aveva al collo quando fu trovato sulla spiaggia, e quindi adottato. Sani riconosce subito la foggia del monile: Sandokan è un Dayak tanto quanto lei.       




Nessun commento:

Posta un commento