1591_IN FONDO AI MARI (Seas Beneath). Stati Uniti 1931: Regia di John Ford
Intervistato da Peter Bogdanovic a proposito de In fondo ai mari (nel fondamentale libro Il Cinema secondo John Ford, Pratiche editore) il regista John Ford si rammaricava dell’imposizione da parte dello studio di produzione di Marion Lessing, che si meritò il ruolo di protagonista in virtù del fatto di parlare tedesco. La ragazza, a dire di Ford, non conosceva affatto il tedesco e, oltretutto, non era capace di recitare ma, cosa anche più importante, aveva rovinato una scena in cui un sottomarino stava facendo rifornimento affiancandosi ad una nave, perché masticava inopportunamente una chewing gum. A vederlo oggi, In fondo ai mari, non è che la Lessing ci faccia poi questa pessima figura, per la verità: un’attrice anonima in un film non certo memorabile. Ma le parole di Ford ci sono comunque utili per inquadrare qual era un po’ il senso di un certo cinema nei primi anni Trenta del ventesimo secolo. Perché a dar maggiormente fastidio al regista fu appunto più che altro che la scena del rifornimento al sommergibile era stata rovinata: il punto è che il cinema di allora spesso era realizzato dal vero, nelle stesse ambientazioni che la storia raccontata prevedeva. Hollywood non aveva ancora, probabilmente, quegli studi di posa faraonici che permetteranno di girare a Los Angeles scene ambientate in mezzo mondo. Se la vicenda de In fondo ai mari si svolge sul mare, Ford girò le splendide sequenze, tra cui spicca per verosimiglianza quella citata del rifornimento all’U-172, sul mare. La capacità di inquadrare la scena nel migliore dei modi diventava cruciale, quando non era possibile la pianificazione che si poteva disporre nei teatri di posa, e Ford, pur non essendo ancora al suo apice artistico, era già un regista provetto. La storia, da un punto di vista narrativo, mischia un po’ i generi, inserendo una trama di spionaggio a quella bellico marinaresca. Era un abbinamento abbastanza prevedibile, essendo sia gli U-Boot tedeschi, con in loro incedere di nascosto, sia le Q-Ship, le navi-esca dell’Intesa, elementi che ben si amalgamavano con il clima spionistico. A queste due tracce si sovrappone quella sentimentale, non particolarmente avvincente, per la verità e non solo per colpa delle qualità artistiche della Lessing, visto che anche George O’Brien (è il capitano Bob Kingsley) non è che impressioni più di tanto. Un po’ di pepe ce lo mette, piuttosto, Mona Maris (è Fraulein Lolita) mentre Warren Hymer (Lug Kaufman) si aggiunge alla lista di caratteristi rustici e grossolani che piacevano tanto a Ford. Insomma, non un film memorabile, In fondo ai mari, ma qualcosa di buono c’è soprattutto nelle scene documentaristiche del grande regista americano.
Galleria
Nessun commento:
Posta un commento