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martedì 23 giugno 2020

IL KENTUCKIANO

588_IL KENTUCKIANO (The Kentuckian); Stati Uniti, 1955. Regia di Burt Lancaster.

Esordio alla regia per l’attore Burt Lancaster, Il kentuckiano è un film che lo vede protagonista di una storia ambientata nei primi anni del 1800, agli arbori della corsa all’ovest che verrà poi resa celebre nel genere western. Il nostro uomo è Elias Wakefield, e decide di andare dal Kentucky al Texas insieme al figlio e al cane Faro, in cerca di orizzonti più ampi e lasciarsi alle spalle l’ormai troppo affollato territorio natio. Il ragazzo, che si chiama esattamente come il padre, è un bambino di 8/9 anni e, in un certo senso, simboleggia la spinta all’ovest, la famosa conquista del west, forse meglio di quanto non lo faccia il padre. Beninteso il film non ha grandi ambizioni metaforiche e Lancaster alla regia non mostra particolari sottigliezze; la sua è una direzione ordinaria che ben si esprime nelle scene d’azione  tra cui  vanno ricordate quella dello scontro fisico tra Elias e Bodin (Walter Matthau), quella della bisca sul battello e la resa dei conti finale coi fratelli Frome. Anche dal punto di vista del ritmo non tutto fila liscio ma la pellicola si lascia comunque guardare anche grazie ad un aspetto tecnico di prim’ordine: Cinemascope e Technicolor, musiche di Bernand Hermann, fotografia di Ernest Laszlo, il tutto a garantire un elevato standard di qualità tecnico-produttivo. Un piccolo rilievo interessante è il fatto che il padre si lasci corrompere dalla civiltà molto più facilmente del figlio, che rimane fedele ai propositi iniziali.  L’uomo è ingenuo tanto quanto il figlio, inizialmente, ma quando capisce come girano gli affari (nella scena della bisca sul battello) perde le motivazioni di andare nel Texas. Anche la scelta della futura moglie sembra andare in quel senso, con i favori che cadono su Susie (Diana Lynn), la maestrina del paese. 

Paese che ha un nome curioso, Humility (umiltà) e dove, in effetti, i nostri verranno umiliati più di una volta per la loro ingenuità prima di venire accettati. Percorso opposto di Faro, il loro cane, che in un primo momento riesce ad insediarsi sul divano del salotto del fratello di Elias, ma col tempo finirà legato alla corda. Comunque la tenacia del ragazzino e la sua voglia di Texas saranno più forti di tutte le altre spinte, comprese quelle sentimentali: per la maestrina in effetti, Elias aveva mostrato reale interesse amoroso ma, nel finale, ascolterà le istanze del figlio, preferendole Annah, una ragazza sicuramente più avvezza alla vita ruspante dei pionieri.
Insomma, l'America del tempo sembrava avvalorare il noto proverbio: val più la pratica della grammatica








Diana Lynn




Dianne Foster




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