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sabato 27 giugno 2020

KISS KISS... BANG BANG

590_KISS KISS... BANG BANG ; Italia, Spagna, 1966. Regia di Duccio Tessari.

Nei primi anni sessanta, il successo dei film di James Bond, l’agente segreto 007, aveva lanciato il genere spionistico al massimo della popolarità. In Italia, al tempo avida di nuovi impulsi creativi, l’humus narrativo alimentato dall’allora imperante Guerra Fredda, aveva dato luogo a collane di romanzi tascabili mentre nei fumetti spopolavano gli eroi neri che con le spie avevano in molto in comune. I metodi spietati, l’ironia molto molto sottile (quando c’era) per stemperare l’assenza di valori morali, i trucchi e le diavolerie tecnologiche, gli scenari urbani e moderni, spesso lussuosi, e l’avvenenza fisica dei personaggi. Ce n’era abbastanza perché anche al cinema si potessero ripetere i fasti degli spaghetti western, autorevole (almeno all’inizio e nei sui spunti migliori) versione italiana del genere americano per eccellenza. A questo proposito, Duccio Tessari, il regista di Kiss kiss… bang bang, film spionistico del 1966, aveva diretto l’anno prima due volte Giuliano Gemma nei panni di Ringo, in una coppia di spaghetti western divertenti e apprezzabili. Tessari si era anche già cimentato col genere spionistico, (La sfinge sorride prima di morire-Stop a Londra, 1965) mostrando una buona conoscenza del genere, e per questo nuovo film sembra nutrire ambizioni più elevate. Nel ruolo di protagonista, l’agente Kirk Warren, viene confermato Giuliano Gemma, ormai celebre in mezza Europa nel ruolo di Ringo, tanto che, in Turchia, il nome del suo personaggio dei western verrà ripreso nel titolo di quest’opera come effetto di richiamo. Dal cast dei due film dedicati a Ringo arrivano anche le attrici coinvolte: Nieves Navarro e Lorella De Luca. Interpreti brave e di ottima presenza scenica, che Tessari conosce e va quindi sul sicuro. 

Al lavoro sul testo si mettono in tre: lo stesso Tessari, che prima di regista era stato valente sceneggiatore, e poi Fernando Di Leo e Bruno Corbucci, altri due nomi pesanti nel cinema di genere italiano. I tre realizzano soggetto e sceneggiatura: il formidabile Di Leo può garantire ritmo e azione, mentre Bruno Corbucci, oltre all’esperienza diretta nei film parodistici di spionaggio dell’ispettore Tont, è l’ideale per alimentare la verve ironica richiesta dalla regia di Tessari. La grafica stilizzata di alcuni poster e la colonna sonora su cui spicca la bella canzone Love love bang bang cantata da Nancy Cuomo, sono ulteriori indizi che siamo di fronte ad un’operazione condotta con tutti i crismi necessari alla buona riuscita. 

E poi anche il titolo è decisamente evocativo e azzeccato. Con tutti gli elementi a favore il film è però davvero deludente. Storia fiacca, ritmo sconclusionato, ironia pesante e prevedibile. Inoltre, il racconto rinuncia, in favore di una sostanziale esplicita ammissione di essere un mero pretesto per strappare mezzo sorriso, a qualsiasi forma di mistero o intrigo. Pur essendo un film ambientato nel mondo dello spionaggio, non ci sono segreti: Warren arriva addirittura a lasciare distrattamente la sua pistola come mancia al cameriere. Che ci potrebbe anche stare, come passaggio divertente, del resto è una pistola caricata con il gas esilarante, vero manifesto, ma solo nelle intenzioni, dell’opera. 

Perché il film, in definitiva, fallisce anche e soprattutto come opera umoristica. E, in fondo, se nella storia non c’è nessun mistero da scoprire, il vero enigma che il film ci lascia in eredità è come, da una situazione tanto propizia, sia potuto scaturire un simile fiasco. Forse l’errore è già alla radice: fare il verso a James Bond che, in fondo, è già un personaggio fortemente ironico, può facilmente far deragliare il tentativo. Perlomeno questo. Ma, in definitiva, questa rimane una supposizione e, per evitare antipatiche ed eccessive stroncature, conviene almeno salvare l’intenzione degli autori, che potenzialmente sembrava buona. Nel bilancio, però, anche volendo tenere come valida l’idea generale in sé, a lasciare una traccia significativa è solo la canzone della Cuomo.


Nieves Navarro





Lorella De Luca

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