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lunedì 3 agosto 2020

CITTA' VIOLENTA

611_CITTA' VIOLENTA Italia, 1970. Regia di Sergio Sollima.

E’ difficile capire se l’impressione più forte che rimane di Città violenta di Sergio Sollima sia di una storia di gangster piuttosto convenzionale, o piuttosto un esempio atipico di cinema d’azione all’italiana del tempo. Sembrano definizioni contraddittorie: da una parte il film non sembra niente di particolare, un classico prodotto in cui la macchina vendicatrice che risponde al nome di Charles Bronson si mette in azione e punisce tutti i colpevoli. Se invece lo consideriamo come appartenente al genere poliziottesco (anche se in maniera un po’ impropria, non essendoci poliziotti), ovvero quel genere che in Italia trasferì molte tematiche degli spaghetti-western in un'ambientazione contemporanea, allora Città violenta è un film che si distingue per alcuni aspetti peculiari. A saltare subito all’occhio sono le location, con l’incipit del tipico inseguimento, tostissimo, di lunga durata e senza dialoghi, girato tra le stradine di un paesino delle Isole Vergini. Ma tutta quanta la vicenda è ambientata negli Stati Uniti (per quanto la produzione dell’opera sia italo francese) e questo è appunto un fatto piuttosto insolito se lo considerassimo un film del filone del poliziesco all’italiana. Un altro aspetto che colpisce è il cast: Jill Ireland (Vanessa) è la protagonista, molto bella, di grande eleganza anche se poco conosciuta nel belpaese, ma già Telly Savalas (Al Weber) è un nome di grande richiamo internazionale (Quella sporca dozzina, L’uomo di Alcatraz), fatto non così abituale per le produzioni nostrane del genere; ma di assoluto rilievo è la prestazione del protagonista, il citato Charles Bronson (Jeff Heston). 

Bronson era già un attore di primo piano, consacrato anche dal cinema italiano con la fondamentale interpretazione nel film di Sergio Leone C’era una volta il west; ma i suoi ruoli, anche in opere importanti, erano già stati tantissimi: L’ultimo apache, Vento di terre lontane, La tortura della freccia, I magnifici sette, Quella sporca dozzina, tra gli altri, ma anche due commedie di George Cukor, completamente di altro registro. Eppure, si deve forse a Sergio Sollima, il regista di Città violenta, la cristallizzazione della figura che rimarrà appiccicata all’attore nato in Pennsylvania: è infatti Jeff Heston che scolpisce per primo forse in modo più convincente la figura del vendicatore solitario, in seguito consacrato da Bronson nella saga del giustiziere della notte, ma che l’attore reciterà in tantissimi altri film (Chato, A muso duro, Professione assassino, tanto per fare qualche altro titolo). E questo primato, vista la noiosa ossessività monotematica che prenderà la carriera dell’attore, pur con tutta la simpatia sia per Sollima che per Bronson, ci lascia con un ulteriore dubbio: merito o demerito?



Jill Ireland



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