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sabato 15 agosto 2020

MISERIA E NOBILTA'

617_MISERIA E NOBILTA' ; Italia, 1954Regia di Mario Mattoli.

L’impostazione del film è apertamente ispirata all’omonima opera teatrale di Eduardo Scarpetta; il regista Mario Mattoli è molto bravo nel farne un punto di forza e di caratterizzazione della pellicola, e non un limite. La fotografia, gli scenari, tutto riporta alla mente l’artificiosità di una rappresentazione teatrale e questo escamotage permea tutto il film di un’atmosfera retrò adeguata al testo trattato. Il mattatore della vicenda è naturalmente Totò, in splendida forma, impegnato in alcune scene memorabili, su tutte quella in cui con i famigliari e coinquilini si avventa su un vassoio di spaghetti ma tra le altre va ricordata anche quella della lettera da scrivere che, quando c’è di mezzo l'attore napoletano, ha sempre esiti esilaranti. Il cast è nel complesso ben attrezzato e si fregia anche di una superlativa e giovanissima Sophia Loren, statuaria e folgorante anche se, a dir la verità, poco valorizzata da un testo che la lascia un po’ troppo sullo sfondo. Ma vanno citati anche Carlo Croccolo (nei panni di Luigino), Enzo Turco (Pasquale il fotografo), Dolores Palumbo (Luisella) oltre al piccolo Peppeniello (Franco Melidoni), il cui “Vincenzo m’è padre a me” è uno dei tormentoni della pellicola. Fortunatamente, in un tema con una contrapposizione tra miseria e nobiltà, Mattoli evita sia i facili toni socialmente impegnati di maniera quanto il qualunquismo tipicamente italico, e lascia spazio ad una comicità briosa e disinteressata. In definitiva Miseria e Nobiltà è uno dei capisaldi della commedia italiana oltre che della carriera del principe della risata









Sophia Loren





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