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martedì 23 luglio 2024

LAMBORGHINI - THE MAN BEHIND THE LEGEND

1517_LAMBORGHINI - THE MAN BEHIND THE LEGEND . Stati Uniti 2022; Regia di Bobby Moresco.

Probabilmente, una figura come Lamborghini –sia che la si intenda come l’imprenditore Ferruccio (Frank Grillo) che come marchio aziendale riferito principalmente alle lussuose auto sportive– meritava un trattamento migliore di quello che il regista Bobby Moresco faccia nel suo Lamborghini – The man behind the legend. Non che il film sia brutto, anche perché è oggettivamente impossibile quando si hanno a disposizione simili argomenti: le auto sportive italiane sono state la quintessenza del capitalismo, la fusione di tutti gli elementi d’eccellenza della nostra società. La bellezza aiutata dall’aereodinamica, che si esprime subito a colpo d’occhio, ma ad un secondo sguardo si possono cogliere la cura artigianale e maniacale dei dettagli e delle rifiniture.  E poi tutte le altre leccornie meccaniche e tecnologiche: dai motori potentissimi agli altri componenti, freni, sospensioni, trasmissione, fino agli pneumatici, evoluti e costosissimi anch’essi. Perché l’aspetto economico, nell’idea dell’auto e dell’auto sportiva di lusso in particolare, è un elemento cruciale: per quale motivo, spendere tutti quei soldi per un’auto che è, probabilmente, il bene che si deprezza in modo più rapido? Non ha senso, da un punto di vista razionale. Meno ancora ce l’ha comprare un’auto di lusso; e ancor meno un’auto di lusso ultra-sportiva. Ed è proprio in questa mancanza di logica, che si sublima l’intero sistema capitalista, abitualmente teso a celebrare l’efficienza e la razionalità dei suoi alfieri, gli uomini d’affari. Oltre a ciò le auto sportive, come le Ferrari, le Maserati o le Lamborghini, non sono macchine ordinarie, ma straordinarie, e quindi basta già la loro presenza per creare interesse. Questo per dire come un film imperniato su questi argomenti, raramente può annoiare: comunque una Lamborghini Miura lascia sempre a bocca aperta ed è uno spettacolo nello spettacolo. Il film di Moresco, per quanto come qualità possa essere paragonato ad una nostrana fiction, si basa sull’articolata vita di Ferruccio, e questo poi è un ulteriore vantaggio. La fonte d’ispirazione è, per essere precisi, il libro Ferruccio Lamborghini, la storia ufficiale, scritta nientemeno che dal figlio Tonino e, quindi, si spera attendibile. Per altro, nei passaggi salienti, è cosa nota: Lamborghini era divenuto costruttore di trattori e quando cercò un confronto con Enzo Ferrari, fu trattato con malcelata sufficienza. 

In effetti il Drake, figura mitologica, non è rimasto alle cronache per essere un gentiluomo, mentre, da parte sua, Ferruccio Lamborghini aveva una personalità esuberante ed è quindi plausibile che il loro incontro non sia andato liscio come l’olio. Pare che Lamborghini, ormai imprenditore arricchito, avesse avuto noie sulla frizione usando le Ferrari che si era comprato: mentre cercava di risolvere il problema si accorse che la componentistica meccanica era la stessa che le sue officine utilizzavano per realizzare i trattori. Qui va specificato che il film differisce un poco dalla versione dei fatti più conosciuta, ma, sostanzialmente, l’ardire di Lamborghini nell’opera di Moresco rimane inalterato, con Ferruccio che si presenta senza troppi giri di parole da Enzo Ferrari per lamentarsi di questa paradossale situazione: auto sportive che costano una fortuna fatte con i pezzi meccanici uguali a quelli dei trattori? Il Drake liquidò Lamborghini senza troppa enfasi, invitandolo a tornare ai suoi mezzi agricoli. Questo passaggio è cruciale, perché fu la molla, almeno secondo lo stesso Ferruccio, che spinse Lamborghini a produrre auto sportive, come moto di rivalsa alle parole sprezzanti di Ferrari. In Lamborghini – The man behind the legend la scena in questione patisce forse un po’ l’interpretazione di Gabriel Byrne, chiamato ad interpretare Ferrari senza averne la monumentale presenza fisica, indispensabile per rendere sullo schermo l’enorme influenza che, sulla società dell’epoca, l’Ingegnere riusciva a manifestare anche da un punto di vista fisico. Peraltro, come detto, non è che il film di Moresco sia indimenticabile ma va anche riconosciuto, proprio come certe produzioni televisive a cui è assimilabile, che si pone come scopo un obiettivo vagamente divulgativo. Nello specifico, far conoscere la storia di Ferruccio Lamborghini. Può bastare? A patto di non prendere l’abitudine a questo tipo di film, perché a limitate pretese corrispondono limitate soddisfazioni.    






Mira Sorvino 


Hanna van der Westhuysen 


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