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lunedì 29 aprile 2024

LA TRINCEA - LO SCENEGGIATO

1474_LA TRINCEA - LO SCENEGGIATO . Italia 1961; Regia di Vittorio Cottafavi.

Il 4 novembre 1961 ricorreva il 43° anniversario della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale ma era anche la data di inaugurazione del secondo canale nazionale televisivo del belpaese. Il secondo, cosi veniva familiarmente chiamato, colse l’occasione e iniziò quindi le sue trasmissioni nell’etere con uno sceneggiato dedicato alla Grande Guerra. Si trattava di La trincea di Giuseppe Dessì, regia di Vittorio Cottafavi. Il regista modenese aveva una buona esperienza nel cinema e conosceva già in maniera soddisfacente gli stilemi dello sceneggiato televisivo Rai. Inoltre, il tema in questione, la vita di trincea durante la Grande Guerra, ben si prestava alla rappresentazione televisiva degli sceneggiati. La trincea era infatti una sorta di mondo a parte e, nelle storie raccontate in televisione, si potevano quindi approfondire adeguatamente sia i riferimenti storici che le peculiarità che ne contraddistinguevano la vita quotidiana. E’ un peccato che non si sia colto questa opportunità per sviluppare su più episodi questo interessante finanche tragico momento della storia italiana. Infatti La trincea di Giuseppe Dessì racconta di uno specifico episodio, quello della Quarta Battaglia dell’Isonzo del novembre 1915. Ma a rendere godibile il racconto sono più che altro le scene precedenti all’attacco alla trincea dei razzi, normali attimi di vita di trincea, con le personalità di soldati ed ufficiali che, con i tempi dilatati degli sceneggiati Rai, avevano il tempo di affiorare in modo naturale. Era un’operazione che si poteva quindi ripetere dando luogo ad un ciclo di una manciata di episodi, in maniera di rendere un quadro più esaustivo dell’argomento che, diversamente, in questo modo sembra un esperimento estemporaneo. 
Anche perché proprio il ritmo compassato degli sceneggiati necessitava qualche puntata per riuscire a definire le personalità dei protagonisti, con risultati finali notevoli, nei casi più riusciti: in La trincea di Giuseppe Dessì si può solo intuire la grande umanità del maggiore Francesco Dessì Fulgeri (Aldo Giuffré), ma gli altri personaggi, a partire dall’ufficiale Fois (Roberto Bertea) rimangono appena abbozzati. La critica ai comandi militari che sembrano giocare con la vita dei soldati, mandati ripetutamente incontro all’attacco in assalti suicidi, è fin troppo contenuta, come prevedibile dato che la produzione era opera di un ente nazionale. Meno efficace, nella realizzazione filmica, la scena bellica vera e propria, ma comunque dignitosa. Interessante e degna di nota la spiegazione del maggiore Dessì Fulgeri sul fatto che sia meglio aspettare ad attaccare dopo che il nemico abbia subito il cambio delle truppe stanziate in prima linea. L’idea comune era, al contrario, che fosse un vantaggio provare l’assalto trovandosi di fronte i soldati del vecchio turno, facendo conto sulla loro stanchezza a fronte della cosiddetta guerra di logoramento. Ma Dessì Fulgeri ritiene che sia più insidioso un nemico che conosce l’ambiente come le sue tasche, sebbene possa essere stanco, rispetto ad uno fresco ma spaesato. Una teoria che darà poi i suoi frutti nel momento decisivo. In ogni caso un dettaglio che rende l’idea di come lo sceneggiato sia stato curato con la proverbiale attenzione della Rai dell’epoca. E proprio in questi passaggi che rimane pienamente visibile l’impronta teatrale del testo d’origine, il dramma di Giuseppe Dessì, figlio del maggiore protagonista della storia, motivando sagacemente con questi dettagli l’attenzione incentrata giocoforza sulle scene dialetticamente orchestrate. Insomma, la Rai nel 1961 sapeva come trarre sceneggiati dalle opere letterali o teatrali e lo conferma anche in questo caso; semmai il rimpianto è per l’unicità dell’esperimento. 




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