Translate

sabato 1 febbraio 2025

IMPICCALO PIU' IN ALTO

1616_IMPICCALO PIU' IN ALTO (Hang 'Em High). Stati Uniti 1968. Regia di Ted Post

Il regista Ted Post firma questo western che segna il ritorno in patria di Clint Eastwood, dopo i fasti della trilogia italiana diretta da Sergio Leone. Il film è anche la prima produzione della società di produzione The Malpaso Company, di proprietà dello stesso attore americano, che testimonia l’insolita intraprendenza di Eastwood anche fuori dallo schermo. Il periodo sotto la direzione di Leone ha lasciato una pesante eredità, che si nota nell’influsso che il genere Spaghetti Western ha su questo Impiccalo più in alto. Il film è senz’altro godibile, sorretto dalla verve di Eastwood che, pur non avendo un gran registro espressivo, è ormai un’icona western che basta da sola a reggere il peso della pellicola. Il cast è comunque molto ricco: come non citare Inger Stevens, dalla elegante figura bionda e snella, particolarmente intrigante in ambito western. Bene anche l’istrionico premio Oscar Ed Begley ( il capitano Wilson), buone anche le comparsate di Ben Johnson (lo sceriffo Dave Bliss), Dennis Hopper (il predicatore), Pat Hingle (il giudice Fenton), Bruce Dern (Miller), e Ned Romero (Charlie Blackfoot) mentre lascia un po’ perplesso lo spento Charles McGraw (lo sceriffo Calhoum). Insomma il film ha tutto per ben figurare: la simbolica iniziale scena biblica del buon pastore, qui in versione “buon allevatore”, vira subito sul drammatico per uno fulminate incipit. Anche l’arrivo dei titoli di testa, in particolar modo “starring Clint Eastwood” che folgora il nostro eroe appena appeso ad un ramo, è di quelli che lasciano il segno. Tuttavia forse occorre riconoscere che l’uso delle zoomate sui volti, i primi piani insistiti, le espressioni quasi da cinema espressionista, insomma tutto il corollario che vorrebbe riprendere il cinema di Leone, lo fa in modo un po’ troppo manierista. Inoltre, qualche passaggio nella messa in scena e della narrazione, non convince fino in fondo. La struttura della storia poi, dà l’idea di essere un po’ dispersiva: insomma, non sembra che il regista abbia padroneggiato al meglio il materiale a disposizione. Nel complesso, un western sufficiente ed interessante anche nell’ottica di cogliere l’influsso europeo sulla produzione americana del genere.



Inger Stevens 



Nessun commento:

Posta un commento