43_L'ORCA ASSASSINA . Italia, Stati Uniti 1977; Regia di Michael Anderson
Seguendo la logica prevedibile di un certo modo di fare cinema, al successo commerciale di L
o
squalo non poteva mancare un
tentativo di emulazione che superasse il modello di riferimento, almeno nelle
intenzioni.
L’orca assassina è
esattamente questo tipo di film: lo si capisce già dalla produzione (Dino De
Laurentis), ma la visione del film sembra confermare quest’idea. In ogni caso,
nel complesso, il regista Michael Anderson, pur non essendo certo
Spielberg, porta a casa il risultato,
girando un
horror marino che ha
qualche spunto di notevole tensione. Le scene degli attacchi del cetaceo (ma ci
sono anche quelle di uno squalo, all’inizio) non sono credibilissime, ma sono comunque
d’effetto; in uno dei passaggi cruciali, quando è issata sulla barca l’orca
femmina, la trama ha un rivolto forse eccessivo (la perdita del piccolo, le
grida disperate dell’orca/padre) e il
rischio di superare quel limite che fa cadere nel trash, è pericolosamente
vicino. Del resto tutta la vicenda con l’umanizzazione esagerata dell’orca
padre che si erge a vendicatore in grado di studiare complesse strategie, mette
un po’ a repentaglio la pur eventuale volenterosa
sospensione dell’incredulità anche del più ben disposto spettatore.
E dire che nel film c’è un dialogo che esprime in maniera corretta il modo di
relazionarsi al mondo animale: il capitano Nolan chiede al sacerdote che ha
appena ufficiato un funerale se si può peccare contro un animale; il prete
risponde che si può commettere un peccato anche contro un filo d’erba, ma che
in realtà si pecca sempre contro se stessi. Un passaggio molto interessante,
poi disatteso dallo sviluppo della pellicola in favore della ricerca di una
maggiore spettacolarità.
Comunque, come si è detto, L’orca assassina è un film godibile, e che mette una certa dose di
paura. Purtroppo come molte produzioni italiane (o parzialmente italiane)
presenta qualche superficialità di troppo: ad esempio, per quale motivo, solo
ad un certo punto, viene introdotta la voce narrante fuori campo? Se il film è raccontato da una voce in supporto alle
immagini, occorre che lo sia sempre (o almeno all’inizio e alla fine);
diversamente, che la cosa abbia una sua logica, e non che sia un mero
stratagemma per semplificare qualche passaggio che gli sceneggiatori non
riescono a mettere in scena. Benissimo invece il cast, con Richard Harris nel
ruolo del protagonista, il capitano Nolan, e soprattutto con una elegantissima
e affascinantissima Charlotte Rampling nel ruolo di Rachel Bedford, una
studiosa esperta di orche; da segnalare anche Will Sampson nei panni di Umilak e
la bellissima Bo Derek in quelli di Anne, a cui, ahinoi, l’orca stacca con un
morso una delle splendide gambe.
Charlotte Rampling
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