40_JUSTICE LEAGUE . Stati Uniti 2017; Regia di Zack Snyder
Recentemente, la differenza
più evidente tra i film tratti dai comics DC e quelli Marvel era il tono più
cupo e maturo dei primi rispetto a quello scanzonato dei secondi. Ma forse era
una semplice evidenza, più che un intento programmatico: comunque sia, questo Justice
League alleggerisce un po’ il clima abituale delle recenti avventure
cinematografiche targate DC comics. E non può trattarsi di un fatto casuale,
visto che alla post-produzione, a sostituire il regista Zack Snyder, è stato
chiamato quel Joss Whedom già regista dei film sugli Avengers della
Marvel, e che ha finito per lasciare la sua impronta leggera anche su Justice
League. Ma questo non può certo essere definito un difetto: si tratta di
una scelta degli autori, che può piacere o meno, ma non era un dogma
inviolabile che i film con Superman e compagni dovessero essere per forza
cupi. Justice League è un film leggero, semplice; resta da
capire se, oltre al divertimento comunque assicurato, il lungometraggio abbia
un’altra ragion d’essere. Chiaramente si tratta di una storia di supereroi, per
cui non possiamo certo pretendere di trovarci le risposte ai problemi più
complessi di questi tempi difficili. Però è forse vero che tanto la situazione
è più complessa, quanto più abbiamo bisogno di avere almeno qualche certezza,
qualche appiglio a cui aggrapparci.
Qualcosa
di solido, sicuro, e che sia anche semplice; attenzione, semplice
e non facile, comoda o
scontata. Semplice: qualcosa che ci aiuti a vederci chiaro, a
schiarirci le idee. Ecco, in questo senso Justice League può
venire in soccorso per fare il punto della situazione: abbiamo tutti un po’
bisogno di Superman (nel film interpretato ancora da Henry Cavill), ma non
tanto per risolverci i problemi, quanto piuttosto per tornare ad avere speranza
(e questo viene rimarcato nel divertente prologo), fiducia nella giustizia,
voglia non solo di mettersi in gioco, ma di prenderci le nostre responsabilità
collettive. Ha ragione Batman (l’inossidabile Ben Affleck) quando rimprovera
Wonder Woman (la splendida Gal Gadot): è lei il personaggio più interessante del
lotto, ma non è più il tempo di starsene in disparte. Oggi abbiamo bisogno di
metterci tutti la faccia, non è il momento di separazioni, secessioni, o di
farsi i fatti propri; non è il tempo di lasciarsi andare nello sconforto perché
non si riconosce più il nostro mondo, o compiangersi perché il suo motore si
sia fermato. Questo è il tempo in cui Superman, il campione che rappresenta
l’esaltazione massima dell’eroe e quindi l’estrema esaltazione individualistica,
accetta di far parte di una squadra, di un gruppo, senza nemmeno pretendere di
assumerne il ruolo di leader ufficiale.
Già solo questa, è una lezione sufficiente.
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