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domenica 19 novembre 2017

I SETTE ASSASSINI

36_I SETTE ASSASSINI (Seven men from now)Stati Uniti, 1956;  Regia di Budd Boetticher

Il regista Budd Boetticher firma questo ottimo western con protagonisti Randolph Scott e Lee Marvin. La sceneggiatura, opera di Burt Kennedy, è un orologio di precisione, (forse anche eccessiva, visto il contesto) e tiene lo spettatore sempre sul chi vive; strepitosa, in questo senso, la prima sequenza, con l’arrivo di Stride (Randolph Scott) al bivacco di due uomini. Il punto della situazione continua a cambiare man mano che il terzetto dialoga, e ad ogni frase pone nuovi dubbi o ne chiarisce altri, fino al drammatico epilogo che arriva al culmine di un crescendo di tensione. Ed è solo l’incipit del film! E il proseguo si snoda sulla stessa falsariga, con le motivazioni per questo o quel comportamento dei protagonisti che vengono rivelate poco a poco e sempre contestualmente allo sviluppo della trama, senza forzature. Cruciale è l’incontro tra Stride ed un carro di pionieri, i coniugi Greer, John (Walter Reed) e soprattutto Annie (una deliziosa Gail Russel): l’elemento femminile sarà uno dei motivi di tensione nella vicenda, soprattutto quando farà la sua comparsa sulla scena Bill Masters (un sempre convincente Lee Marvin). La regia è asciutta, senza fronzoli e bada, con una sobria ma convincente messa in scena, a raccontare la storia, con i suoi moltissimi elementi di tensione. Stride, da poco vedovo, vuole vendicare la moglie, ma è inevitabilmente attratto da Annie; la quale è affascinata dallo stesso Stride, ma ama il marito che, poveretto, cerca di barcamenarsi alla meno peggio in una situazione più grossa di lui.
Sul possibile triangolo amoroso incombe Masters che desidera la donna, ha conti da regolare con Stride e cerca di seminare un po’ di zizzania per vedere se riesce a cavarci un guadagno. Il tutto mentre è in atto una caccia all’uomo, anzi ai sette uomini, che poi sono gli assassini del titolo. Molto bello e melanconico il commento sonoro, perché in fondo il film è una storia d’amore: è amore dal sapore amaro quello di Stride per la moglie, mentre quello che suscita Annie è forse più legato al desiderio.

C’è anche l’amore per il denaro, è chiaro, visto che è il primo motore della storia: il tutto comincia da una rapina, infatti. Ma quando la strada di quel denaro incrocia quella delle due donne, la sua importanza passa in secondo piano. Stride insegue gli uomini per vendicare l'uccisione della moglie e non per recuperare il bottino, e la presenza sulla scena di Annie sembra interessare moltissimo anche un uomo discutibile come Masters, che ammette esplicitamente di potersene innamorare.
E come dargli torto.  



 Gail Russell









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