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mercoledì 15 novembre 2017

BOMBARDIERI IN PICCHIATA

32_BOMBARDIERI IN PICCHIATA (Dive bomber). Stati Uniti, 1941;  Regia di Michael Curtiz

Michael Curtiz, il regista di Bombardieri in picchiata, è un autore di solidissima mano e assoluto pedigree (ricordate Casablanca, con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman?) Ma, dopo la prima mezz’ora di Bombardieri in picchiata, qualche dubbio sulla sua capacità di portare a casa il risultato, almeno in questo caso, può venire. Intendiamoci, scene aeree magnifiche degli aeroplani della Marina statunitense, fotografia nitida e sgargiante: tecnicamente un lavoro sopraffino. Ma la storia? Che ci deve raccontare Curtiz in questo film? Se nella prima mezz’ora non si riescono a comprendere le intenzioni del regista, nel proseguo si capisce che non c’è una vera e propria storia, una vicenda narrativamente apprezzabile, almeno per come si intende in una pellicola di matrice bellica. Ma la sorpresa per questa scelta insolita dell’autore, lascia il posto ad un’altra sorpresa: nonostante non ci siano battaglie o combattimenti, nonostante non ci sia alcuna trama sentimentale, insomma, nonostante non ci siano avvenimenti rilevanti se non lo sviluppo di alcune ricerche tecniche, il film, alla lunga, funziona. Certo, c’è il nascere, con più di una traversia, dell’amicizia virile tra il dottor Lee (Errol Flynn) e il comandante Joe (Fred MacMurray) ma, a rigor di logica, sembrerebbe poca cosa per costruirci sopra un film. Invece Curtiz ha un gran manico e riesce, dopo i primi trenta minuti interlocutori, ad appassionarci a cabine pressurizzare e tute da pilota stagne. Encomiabile.




Alexis Smith







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