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sabato 4 gennaio 2020

LILLY TURNER

492_LILLY TURNER ; Stati Uniti, 1933. Regia di William A. Wellman.

William A. Wellman nel 1931 ha realizzato il film Nemico pubblico, nel quale, insieme all’attore James Cagney, ha pesantemente contribuito a costituire il filone dei gangster movie. Solo due anni dopo lo ritroviamo in una storia completamente diversa, che testimonia la sua evidente duttilità: Lilly Turner è infatti un film drammatico con risvolti sentimentali, ambientato nella precarietà assoluta dell’America post grande depressione. Si tratta di un opera tipicamente pre-codice Hayes, ma non tanto per le gambe che la protagonista Ruth Chatterton ogni tanto lascia intravvedere; il tema considerato scabroso è la bigamia di cui si rende colpevole il primo marito della donna. Questo argomento è però solo marginale, e si esaurisce presto, mentre il grosso della storia è ambientato in una sorta di circo nel quale un imbroglione, il dottor McGill, vende un miracoloso libro. Il testo in questione viene spacciato per provvidenziale allo scopo di allenare il fisico e, per convincere gli incauti astanti, vengono mostrate sul palcoscenico le grazie di Lilly e una prova di sollevamento pesi di un uomo forzuto. L’atleta che si esibisce è il tedesco Fritz, innamorato di Lilly che, nel frattempo, annullato per bigamia il primo matrimonio, si è unita legalmente al simpatico Dave (Frank McHugh). La donna non lo ama, ma rimasta in cinta dal marito Rex, rischiava, con l’annullamento del matrimonio, di vedere il proprio figlio senza padre legittimo; Dave si propone quindi come marito riparatore, anche perché ama la donna, ma, purtroppo per lui, non è ricambiato. In ogni caso il figlio muore prima di nascere e i due rimangono comunque sposati, suscitando l’invidia di Fritz, nel vedere un ubriacone come Dave avere per moglie una bella ragazza come Lilly. 


Per cercare di togliersi di dosso l’energumeno tedesco, la ragazza gli dice che non sopporta i suoi baffoni: al che Fritz se li taglia, nel vano tentativo di compiacere Lilly. Ma, sarà un caso, prima l’omone perde la forza, quasi fosse Sansone dopo il taglio dei capelli, e poi anche il già scarso lume della ragione, finendo in manicomio. Nel frattempo anche il versante sentimentale della trama si muove: finalmente Lilly trova in Bob (George Brent) un corteggiatore degno di questo nome che, caso vuole, è anche un bel fusto. In questo modo il nuovo arrivato può sostituire Fritz nello spettacolo del dottor McGill, mentre si cerca un impiego consono al suo titolo di studio. Quando tutto sembra incastrarsi alla perfezione, Bob ottiene infatti il posto agognato come ingegnere a Città del Messico e Lilly accetta quindi di andarsene con lui, (e per quel che concerne Dave i due confidano comprenda la nuova situazione), ecco che torna sulla scena Fritz, scappato dal manicomio. Completamente impazzito attacca a testa bassa, deciso a prendersi Lilly; nel parapiglia il povero Dave finisce fuori dalla finestra, e si ferisce alla colonna vertebrale. Lilly rinuncia così ad andare in Messico per restare a fianco di quello che, in fin dei conti, è ancora suo marito, seppure solo nominalmente; ma un impegno, ed è questa la morale del film, vale più di ogni altra cosa, anche dell’amore. In ogni caso il lieto fine potrebbe essere solo sospeso: Bob rinuncia infatti al trasferimento e rimane nei paraggi; non si sa mai.
Insomma, se è vero che gli impegni vanno rispettati anche nella cattiva sorte, tenersi pronti per una svolta favorevole non costa nulla.  



Ruth Chatterton




     

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