505_ESTASI (Song without end); Stati Uniti, 1960. Regia di George Cukor e Charles Vidor.
Charles Vidor morì durante le riprese di questo Estasi, film dedicato ad una biografia
parziale del formidabile musicista Franz Listz, e venne sostituito da George
Cukor. E’ prevedibile che, quando subentrino questi problemi in sede di
produzione, sia poi difficile che l’opera terminata abbia una sua precisa e
personale identità. Cukor, stando alle dichiarazioni degli attori coinvolti,
migliorò il rapporto con loro essendo, come noto, un regista molto abile nella
gestione degli interpreti. In una situazione in cui nessuno dei due registi
coinvolti può aver lavorato pienamente all’opera, in questo caso fortunatamente quello che rimane, ovvero la musica di Listz, vale comunque il prezzo del biglietto. Ci sono, anche perché
sono uno degli elementi della vita del formidabile musicista, le vicende
sentimentali, a far da collante al racconto, con la storia d’amore tra il
musicista (interpretato da Dick Bogarde) e la contessa Marie (Geneviève Page)
che si esaurisce quando l’uomo incontra la principessa russa Carolyne
(Capucine). Cukor, a cui pare si debba la maggior parte di quanto vediamo sullo
schermo, sa bene come gestire questi passaggi anche se, per la verità,
l’intrigo sentimentale non incide poi più di tanto. Si risolleva soltanto nel
finale, quando viene esplorata anche la vena religiosa, con il vano tentativo
di Listz e Carolyne, che era già sposata, di sancire il loro amore con il
matrimonio. Sono effettivamente episodi della vita del musicista che, a suo
tempo, era considerato come una moderna pop-star, con risvolti sentimentali
sempre in aggiornamento costante.
Il parallelo valeva anche negli anni 60,
tanto che la pettinatura di Bogarde, nel film, ricorda quella di Elvis Presley
più di quella di un uomo, seppur fosse una sorta di dandy, del 1800. Ma, come
accennato, tutto questo viene messo in secondo piano dalla musica: Estasi si propone quindi come una sorta
di splendido concerto, con una messa in scena per quanto maestosa a far da
semplice supporto al superbo commento sonoro. Uno stuolo di esperti e musicisti
venne infatti ingaggiato, tra i quali il talentuoso Jorge Bolet, e Bogarde
dovette studiare duramente per imparare a dare almeno l’idea di essere in grado
di suonare il pianoforte. Il risultato è una colonna sonora stupefacente,
giustamente Oscar nel 1961, con brani dello stesso Listz, ma anche di Beethoven,
Wagner, Verdi, Bach, e tanti altri. In modo naturale Listz eccelleva prevalentemente come interprete, dando alle musiche di altri una resa che gli stessi autori non riuscivano spesso ad ottenere. Sotto la spinta, prima della contessa Marie e poi della principessa Carolyne, il musicista otterrà risultati e riconoscimenti anche come compositore. Splendido il tema del film Song without end, che rimane nel cuore
più che nelle orecchie: insomma, se per una volta siamo di fronte ad un cinema
da gustarsi prevalentemente con l’udito più che con la vista, l’emozione non
manca comunque.
Capucine
Geneviève Page
Nessun commento:
Posta un commento