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venerdì 17 gennaio 2020

ESTASI

505_ESTASI (Song without end); Stati Uniti, 1960. Regia di George Cukor e Charles Vidor.

Charles Vidor morì durante le riprese di questo Estasi, film dedicato ad una biografia parziale del formidabile musicista Franz Listz, e venne sostituito da George Cukor. E’ prevedibile che, quando subentrino questi problemi in sede di produzione, sia poi difficile che l’opera terminata abbia una sua precisa e personale identità. Cukor, stando alle dichiarazioni degli attori coinvolti, migliorò il rapporto con loro essendo, come noto, un regista molto abile nella gestione degli interpreti. In una situazione in cui nessuno dei due registi coinvolti può aver lavorato pienamente all’opera, in questo caso fortunatamente quello che rimane, ovvero la musica di Listz, vale comunque il prezzo del biglietto. Ci sono, anche perché sono uno degli elementi della vita del formidabile musicista, le vicende sentimentali, a far da collante al racconto, con la storia d’amore tra il musicista (interpretato da Dick Bogarde) e la contessa Marie (Geneviève Page) che si esaurisce quando l’uomo incontra la principessa russa Carolyne (Capucine). Cukor, a cui pare si debba la maggior parte di quanto vediamo sullo schermo, sa bene come gestire questi passaggi anche se, per la verità, l’intrigo sentimentale non incide poi più di tanto. Si risolleva soltanto nel finale, quando viene esplorata anche la vena religiosa, con il vano tentativo di Listz e Carolyne, che era già sposata, di sancire il loro amore con il matrimonio. Sono effettivamente episodi della vita del musicista che, a suo tempo, era considerato come una moderna pop-star, con risvolti sentimentali sempre in aggiornamento costante. 

Il parallelo valeva anche negli anni 60, tanto che la pettinatura di Bogarde, nel film, ricorda quella di Elvis Presley più di quella di un uomo, seppur fosse una sorta di dandy, del 1800. Ma, come accennato, tutto questo viene messo in secondo piano dalla musica: Estasi si propone quindi come una sorta di splendido concerto, con una messa in scena per quanto maestosa a far da semplice supporto al superbo commento sonoro. Uno stuolo di esperti e musicisti venne infatti ingaggiato, tra i quali il talentuoso Jorge Bolet, e Bogarde dovette studiare duramente per imparare a dare almeno l’idea di essere in grado di suonare il pianoforte. Il risultato è una colonna sonora stupefacente, giustamente Oscar nel 1961, con brani dello stesso Listz, ma anche di Beethoven, Wagner, Verdi, Bach, e tanti altri. In modo naturale Listz eccelleva prevalentemente come interprete, dando alle musiche di altri una resa che gli stessi autori non riuscivano spesso ad ottenere. Sotto la spinta, prima della contessa Marie e poi della principessa Carolyne, il musicista otterrà risultati e riconoscimenti anche come compositore. Splendido il tema del film Song without end, che rimane nel cuore più che nelle orecchie: insomma, se per una volta siamo di fronte ad un cinema da gustarsi prevalentemente con l’udito più che con la vista, l’emozione non manca comunque.   




Capucine







Geneviève Page





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