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martedì 21 ottobre 2025

NOTTE DI BIVACCO

1748_NOTTE DI BIVACCO (Cheyenne), Stati Uniti 1947. Regia di Raoul Walsh 

Negli anni Quaranta Raoul Walsh aveva la mano caldissima e, in quel 1947, aveva già messo a referto l’interessantissimo Io amo [The Man I Love], noir con una sontuosa Ida Lupino, e il capolavoro Notte senza fine [Pursued], un tenebroso western con Robert Mitchum. Comunque, siccome era un regista svelto, prima della fine dell’anno riuscì a realizzare un altro western romantico, Notte di bivacco, opera certamente minore ma comunque interessante. Il film è un tipico esemplare della corrente del genere western di quel decennio e la storia sentimentale non solo è al centro del racconto ma le beghe di cuore sono in realtà finemente intessute con la trama. E i personaggi in gioco non sono solo i due protagonisti della love story, il gambler James Wylie (Dennis Morgan, non troppo a suo agio) e l’ambigua ma elegantissima Ann Kincaid (Jane Wyman, meno convincente di altre volte) ma hanno un ruolo anche la ballerina e cantante da saloon Emily Carson (Janis Paige) e il villain della vicenda, Ed Landers (Bruce Bennett), ovvero il «Poeta». Questi è un astuto rapinatore di diligenze che riesce misteriosamente a far sparire il contenuto delle cassette di valori in viaggio, lasciando una poesia come ricordo in luogo del bottino. Wylie, come detto, è un gambler, e non si sognerebbe certo di giocare a guardia e ladri ma, con un pretesto non troppo elaborato, viene costretto a dare la caccia al Poeta per poter vedersi scagionare da ogni pendenza con la Legge. Come si vede, uno dei tipici cliché dei Western Romantici è rispettato: il protagonista è un fuorilegge, seppur non sia certo un ammazzasette. La forte presenza femminile è naturalmente un’altra delle caratteristiche dei Western degli anni Quaranta e qui abbiamo Jane Wyman, un’attrice importante di Hollywood, e Janis Paige, interprete con non riuscì mai realmente ad imporsi ma, proprio in Notte di bivacco, si mette particolarmente in mostra. 

In parte questo è dovuto al fatto che la Wyman, certamente star di altro rango, non sembrava particolarmente a suo agio nei western, benché avesse già interpretato I tre moschettieri del Missouri [Bad Men of Missouri, Ray Enright, 1941] proprio insieme a Dennis Morgan, lo stesso coprotagonista di Notte di bivacco. Eppure non si nota alcuna scintilla particolare o quantomeno un’intesa significativa, tra i due nel film di Walsh, tanto che questo rimane uno degli elementi che ne tarpa le ali. Nel Western Romantico la figura femminile era determinante per il successo del film, sebbene poi lo sviluppo dell’eroe fosse legato al protagonista maschile, e su questi aspetti Notte di bivacco non riesce a cogliere pienamente nel segno. Come accennato, la vicenda narrata verte su una serie di rapine alle diligenze in cui entra in gioco anche il bandito Jim Younger (Arthur Kennedy) ma senza dare particolarmente senso alla storia. Arthur Kennedy era un ottimo cattivo dei western ma, in questo caso, patisce che la sua banda sia tenuta in scacco da figure non troppo convincenti come lo stesso protagonista e il Poeta, un villain decisamente scialbo. Tuttavia, nonostante i tanti limiti, Notte di bivacco non è un brutto film, perché Walsh in regia riusciva a trainare qualsiasi racconto con un piglio narrativo accattivante. La confezione formale dell’opera è comunque del livello che garantiva la Hollywood dell’epoca, sebbene qualche dettaglio desti qualche perplessità: ad esempio, ad ogni apparizione della diligenza si riaccendono le note musicali del commento di Max Steiner in modo talmente enfatico da sembrare un registro narrativo comico. Tuttavia è proprio la musica a garantire i momenti migliori del film. Da buon Western Romantico, Notte di bivacco si concede, infatti, un paio di godibili passaggi musicali, nei quali Janis Paige sciorina un physique du rôle invidiabile. Memorabile la sua interpretazione di Going to Old Cheyenne [Musica di Max Steiner, testo di Ted Koehler], una canzone molto bella, a cui Walsh dedica tutta l’attenzione dovuta al momento clou dell’opera. Può bastare per salvare il film? Ringraziando Raoul Walsh per la solida mano in regia e canticchiando Going to Old Cheyenne, e pensando alle gambe della Paige, si può dire di sì. 





Janis Paige



 Jane Wyman 


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