477_L'AVAMPOSTO DEGLI UOMINI PERDUTI (Only the vailant); Stati Uniti, 1951. Regia di Gordon Douglas.
Gordon Douglas, il regista di questo L’avamposto degli uomini perduti, dirige un film abbastanza
convenzionale, con pochi elementi e uno sviluppo tutto sommato semplice. Il
capitano Lance (Gregory Peck) ufficiale tutto d’un pezzo odiato dai suoi
soldati per la sua intransigenza, alla fine si farà apprezzare proprio per
quella disciplina militare che permetterà ai suoi uomini di resistere agli
attacchi degli indiani. Sorvoliamo pure sulla storia d’amore tipicamente
hollywoodiana che lo vede coinvolto con Barbara Payton (ma assolutamente non
sulla notevole presenza scenica dell’attrice), come del resto sul colpo di
scena finale. In ossequio al più classico degli arrivano i nostri, i soccorritori risolvono la questione
addirittura a suon di mitragliatrice. Più interessanti, e in fin dei conti
anche più rilevanti, sono altri due aspetti dell’opera: l’atmosfera plumbea che
si respira nel film e la feccia che compone la truppa dei soldati americani. L’avamposto degli uomini perduti ha la
sua ragion d’essere nella presenza angosciante degli indiani che incombono sui
soldati, ma qualche passaggio risulta quasi
noioso per via della mancanza di sbocchi della situazione. In questi frangenti si avverte qualche
limite nella regia di Douglas, che non riesce a tenere il filo della tensione e
la sua narrazione patisce la mancanza di ritmo. Oltre che interessante è invece
anche pienamente riuscito l’altro aspetto citato, probabilmente il vero motivo
di interesse del film: la truppa dei
soldati è dipinta senza alcuna indulgenza da Douglas.
Persino il protagonista
interpretato da Peck è quasi odioso nel suo atteggiamento inflessibile, mentre
i soldati sono uno peggio dell’altro, sebbene non manchino, di fronte
all’estremo sacrificio, di riscattarsi. All’alba di quegli anni cinquanta che
segneranno la golden age del genere
western, un modo davvero inusuale di tratteggiare le mitiche giacche azzurre. Da segnalare Ward Bond nei panni di Gilchrist,
il caporale ubriacone, e Lon Chaney Jr. che interpreta il soldato Kebussyan, un
tizio matto come un cavallo. Nel complesso ce n’è abbastanza per salvare la
pellicola? Forse non del tutto, ma gli spunti lodevoli si ricordano.
Barbara Payton
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