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venerdì 20 dicembre 2019

L'AVAMPOSTO DEGLI UOMINI PERDUTI

477_L'AVAMPOSTO DEGLI UOMINI PERDUTI (Only the vailant); Stati Uniti, 1951Regia di Gordon Douglas.

Gordon Douglas, il regista di questo L’avamposto degli uomini perduti, dirige un film abbastanza convenzionale, con pochi elementi e uno sviluppo tutto sommato semplice. Il capitano Lance (Gregory Peck) ufficiale tutto d’un pezzo odiato dai suoi soldati per la sua intransigenza, alla fine si farà apprezzare proprio per quella disciplina militare che permetterà ai suoi uomini di resistere agli attacchi degli indiani. Sorvoliamo pure sulla storia d’amore tipicamente hollywoodiana che lo vede coinvolto con Barbara Payton (ma assolutamente non sulla notevole presenza scenica dell’attrice), come del resto sul colpo di scena finale. In ossequio al più classico degli arrivano i nostri, i soccorritori risolvono la questione addirittura a suon di mitragliatrice. Più interessanti, e in fin dei conti anche più rilevanti, sono altri due aspetti dell’opera: l’atmosfera plumbea che si respira nel film e la feccia che compone la truppa dei soldati americani. L’avamposto degli uomini perduti ha la sua ragion d’essere nella presenza angosciante degli indiani che incombono sui soldati, ma qualche passaggio risulta quasi noioso per via della mancanza di sbocchi della situazione. In questi frangenti si avverte qualche limite nella regia di Douglas, che non riesce a tenere il filo della tensione e la sua narrazione patisce la mancanza di ritmo. Oltre che interessante è invece anche pienamente riuscito l’altro aspetto citato, probabilmente il vero motivo di interesse del film:  la truppa dei soldati è dipinta senza alcuna indulgenza da Douglas. 


Persino il protagonista interpretato da Peck è quasi odioso nel suo atteggiamento inflessibile, mentre i soldati sono uno peggio dell’altro, sebbene non manchino, di fronte all’estremo sacrificio, di riscattarsi. All’alba di quegli anni cinquanta che segneranno la golden age del genere western, un modo davvero inusuale di tratteggiare le mitiche giacche azzurre. Da segnalare Ward Bond nei panni di Gilchrist, il caporale ubriacone, e Lon Chaney Jr. che interpreta il soldato Kebussyan, un tizio matto come un cavallo. Nel complesso ce n’è abbastanza per salvare la pellicola? Forse non del tutto, ma gli spunti lodevoli si ricordano.  



Barbara Payton








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