475_I MAGNIFICI 7 JERRY (The Family Jewels); Stati Uniti, 1965. Regia di Jerry Lewis.
L’escamotage di inventarsi tanti personaggi diversi e
imparentati tra loro, ovviamente tutti interpretati da Jerry Lewis (che è pure regista
dell’opera), avrebbe dovuto permettere al comico di mettere in mostra la
propria verve comica a 360 gradi, in ognuno dei suoi risvolti. In realtà le parti
più riuscite sono quelle in cui è in scena il personaggio più semplice, ovvero
l’autista della ragazzina protagonista del film. A voler essere critici, questo
può essere inteso come un limite dell’intuizione alla base della pellicola, che forse
finisce addirittura per disperdere il talento di Lewis in situazioni eccessivamente
artificiose. Nel film vediamo infatti all’opera ben sette personaggi a cui
presta comicità il funambolico attore; la scusa narrativa è data dalla
ragazzina milionaria citata prima che, rimasta orfana, deve essere affidata ad
uno dei suoi zii. Gli zii in realtà sono sei, ai quali però si aggiunge il settimo
Jerry del titolo, il maggiordomo della piccola. Di tutte queste
interpretazioni, la migliore pare essere proprio la meno elaborata, appunto
quella del suddetto maggiordomo; la più debole quella dello zio Giacomino, il
marinaio, al punto da essere addirittura superflua. Nel complesso da salvare
sono Eddie, lo strambo pilota d’aereo, Skylock una sorta di Sherlock Holmes con
Watson/Matson interpretato dal bravo Sebastian Cabot e, volendo anche il
gangster Bugsy. Oltre a Giacomino, appaiono poco incisivi anche Julius il
fotografo (non lo salva nemmeno lo sfoggio di modelle ivi connesso), e Eddie,
il clown. Insomma, Jerry Lewis si fa in sette per portare a casa la
riuscita di questo film, ma è proprio questo ad inficiare la riuscita dell’operazione. Tuttavia il film, nel complesso, è certamente gradevole; anche
solo in virtù dell’innegabile simpatia del camaleontico protagonista.
Francine York
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