78_RADIAZIONI BX: DISTRUZIONE UOMO (The incredible Shrinking Man) Stati Uniti, 1954; Regia di Jack Arnold.
Il tema del film è apparentemente un po’infantile:
cosa succederebbe se, venendo rimpiccioliti, ci trovassimo alle prese con il nostro
consueto ambiente domestico, a quel punto stravolto nelle proporzioni? Se l’idea
alla base del soggetto di Radiazioni X:
distruzione uomo può sembrare banale, non lo è affatto lo staff che lo ha
prodotto sulla carta prima e sulla pellicola poi. La sceneggiatura è di un
giovane Richard Matheson, che si basa sul proprio romanzo Tre millimetri al giorno, mentre a firmare la regia è il
validissimo Jack Arnold; un team tecnico di eccezionale levatura. Matheson è
autore letterario sopraffino, e Tre
millimetri al giorno cronologicamente arriva giusto appena dopo a I vampiri (I am a legend), un altro testo epocale. Jack Arnold è uno
specialista del cinema di fantascienza anni 50, e prima di Radiazioni X: distruzione uomo ha già all’attivo classici come Destinazione… terra!, Il mostro della Laguna
Nera, Tarantola! Un simile
connubio creativo si pone inevitabilmente mire e intenzioni nettamente più
elevate rispetto allo standard del genere. Il cinema di science fiction negli anni 50 assolve principalmente tre scopi: il
primo è quello più evidente, e cioè divertire gli spettatori. Il secondo è
altrettanto chiaro, ma è un po’ più raffinato:
gli anni del dopoguerra vedono una massiccia conversione nel mondo civile di
tutte le innovazioni tecniche rese necessarie dal coinvolgimento bellico,
enfatizzate ora dalla prosperità legata al periodo di pace che permette una
crescita del livello di benessere diffuso. La fantascienza è quindi il veicolo
culturale adatto per celebrare i fasti dell’era tecnologica, ancor più nel
momento in cui il terreno di scontro col nuovo nemico (quello oltre cortina) è per il momento legato
alla corsa nello spazio.
E questo riferimento introduce il terzo scopo del
genere fantascientifico negli anni 50, ovvero l’analisi in chiave metaforica
della Guerra Fredda, con gli alieni
in luogo dei sovietici in molti romanzi o film. Matheson è però autore di
levatura superiore, e trova in Arnold un degno interprete: al centro di Radiazioni X: distruzione uomo c’è sì il
divertimento e anche il risvolto (sebbene in chiave critica) legato alle
innovazioni tecnologiche. E’ infatti una nube di natura sconosciuta, ma
facilmente artificiale e opera dell’uomo, che introduce la drammatica
trasformazione in Scott Carey (Grant Willaims), quella che lo fa
progressivamente rimpicciolire e lo trasforma nell’incredibile shrinking-man (l’uomo che si restringe) del titolo
originale.
Ulteriore sviluppo, sempre in senso critico, sulla
questione delle conoscenze scientifiche, è l’incapacità dei medici di arrestare
il fenomeno o di capire la natura della nube tossica. Ma il vero punto di forza
dell’opera è nel terzo e più elevato significato, che non è però, in questo
caso, legato alla contesa coi russi. Qui, l’uomo, si scontra con se stesso, con
la propria natura, la propria società, la propria civiltà. La cultura
occidentale è la cultura della conquista, della crescita, dell’accumulo: dalla
conquista del nuovo mondo, ai nuovi
progressi tecnologici, fino alla conquista dello spazio. Questa continua corsa
ad avere sempre di più, sembra essere essenziale per la sopravvivenza umana.
Ma cosa può succedere, se al contrario, l’uomo cominciasse
non tanto a perdere tutto, ma addirittura ad essere perso lui stesso, a venir
meno, a sparire? Più che la lotta contro il gatto, divenuto ora una gigantesca
fiera, o peggio il ragno, trasformato in un mostro dell’orrore, sembra proprio
che sia la mancanza di un posto, la perdita di tutto ciò che abitualmente
pensiamo di possedere, di avere, che ci metta in pericolo. Come se a darci
sicurezza fossero le cose che ci appartengono e non la nostra pura essenza
umana. Matheson, (e di riflesso Arnold) è impietoso, e quando Scott prova a
rifarsi un parvenza di esistenza domestica nella scatola di fiammiferi, lo
priva anche di quella. Ma, una volta che l’uomo ha perso tutte le cose, e sta
via via perdendo anche la sua consistenza fisica, ecco che trova veramente la
sua essenza, la sua umanità. Che gli
da’ rinnovata forza e lo spinge ad esplorare l’universo microscopico,
esattamente come in condizioni normali l’uomo si inoltra nella vastità dello spazio
con i viaggi e le missioni degli astronauti.
E’proprio qui sta’ la grandezza positivistica di Radiazioni X: distruzione uomo: dentro di noi, nel nostro più
intimo e spoglio livello di umanità, abbiamo tutta la forza che ci serve per
andare avanti contro tutte le avversità che la vita ci sottopone.
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