68_CHI GIACE NELLA CULLA DELLA ZIA RUTH? (Whoever slew Auntie Roo?). Stati Uniti, 1971; Regia di Curtis Harrington.
Shelley Winters è un’attrice molto brava, anche troppo
forse; la capacità di rendere ambiguo il suo personaggio, Rosie Forrest
ovvero
la Zia Ruth del titolo, è
perfetta, ma forse manca un po’ di lavoro in sede di costruzione generale
dell’opera per rendere credibile l’ipotetica metafora con la favola di
Hansel e Gretel. Insomma, è dura
prendere
la Winters
per una cannibale, anche se l’attrice è brava nel mostrare i pesanti segni di
squilibrio dell’
amabile Zia Ruth; in
realtà quella di
Hansel e Gretel è
una falsa traccia, seminata dal vero
cattivo
della storia, il piccolo orfanello Christopher. Anche se non è chiaro se il
ragazzetto sia in malafede dal principio, o se sia solo un po’
disturbato e poi approfitti della
situazione. Certamente non è un personaggio positivo, ma del resto nel film di
Curtis Harrington, i
buoni non
esistono. Rosie Forrest, pur essendo una dolce
zietta, arriva a sequestrare una coppia di bambini; i quali, dal
canto loro, le rubano i gioielli e la bruciano viva (una sorta di personale
contrappasso con la favola che ossessiona il più grande dei due, il citato Christopher,
quella appunto di
Hansel e Gretel). Brutta gente anche gli inservienti della
povera donna (in realtà ricchissima dal
punto di vista economico), che ha avuto la mente sconvolta dalla morte della
figlia piccolissima (e il cui corpicino macabramente risponde alla domanda
formulata nel titolo); la coppia di domestici la truffa in accordo con un
medium che organizza sedute spiritiche.
A Natale, quando ci si sente tutti più buoni, la nostra cara zietta organizza una cena per i bimbi dell’orfanotrofio locale. Le severe e un po’ sadiche istruttrici, ne approfittano per farne un premio destinato ai bambini più meritevoli, trasformando quindi un motivo di festa in una strenua competizione.
E meno male che è un film in cui si respira il clima natalizio!
Comunque in definitiva si tratta di un prodotto dignitoso, diretto in modo professionale, con una trama con qualche spunto stuzzicante e qualche brivido, per una confezione generale buona anche se prevalentemente destinata agli appassionati del genere.
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