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sabato 23 dicembre 2017

LA CRIPTA E L'INCUBO

70_LA CRIPTA E L'INCUBO . Italia, Spagna 1964;  Regia di Camillo Mastrocinque.

Il regista Camillo Mastrocinque, autore dalla vastissima esperienza e noto soprattutto per aver girato alcuni film di Totò (tra i tanti, Totò, Peppino e la Malafemmina e Siamo uomini o caporali?), si cimenta con un puro horror, ispirato ad un classico della letteratura del terrore, Carmilla, di J. Sheridan Le fanu. Al di là delle differenze tra l’adattamento e il testo originale, che lasciano sempre il tempo che trovano, la cosa che salta subito all’occhio è l’estremo rigore professionale con cui il regista romano si dedica a questo particolare genere, a cui si approccia sostanzialmente per la prima volta dopo una carriera quasi trentennale con oltre una cinquantina di titoli realizzati. La cripta e l’incubo è un film formalmente aderente ai cliché di genere, ma in modo genuino e non di maniera; la tensione narrativa sale con lo scorrere della pellicola, fino al trepidante finale. Il racconto è ben equilibrato, tra intreccio misterioso e suspense; i rimandi al sovrannaturale sono dosati e necessari, lasciati in bilico fino all’ultimo: è una storia di fantasmi, o un giallo in cui poi tutto è razionalmente spiegabile? Il cast è valido e se la cava egregiamente: su tutti spicca la figura di Christopher Lee, attore affermato e già noto al filone horror italiano (La frusta e il corpo, La vergine di Norimberga); con il suo carisma regala al  conte Karnstein una padronanza scenica non indifferente. 
In realtà, al centro della vicenda c’è però la figlia del conte, ovvero Laura, interpretata da Adriana Ambesi: la sua lieve e sottintesa storia omosessuale con Ljuba (Ursula Davis) è uno dei passaggi meglio riusciti, anche se come damsel in distress è certamente credibile. Molto interessante, ma purtroppo marginale, la figura di Annette, a cui Vera Valmont presta grazia e bellezza, oltre ad un ambiguo fascino che si poteva approfondire.
La cripta e l’incubo si va quindi ad aggiungere con buon costrutto ad un fiorente filone della cinematografia italiana, quello degli horror di Riccardo Freda, Mario Bava, Antonio Margheriti, che vanta già ormai una tale consistenza da poter assurgere a ‘scuola’




Adriana Ambesi



Ursula Davis



Vera Valmont





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