74_FACCIAMO L'AMORE (Let's make Love) Stati Uniti, 1960; Regia di George Cukor.
Indubbiamente Facciamo
l’amore non è l’opera migliore di Marilyn Monroe ne’ del regista George
Cukor. E nemmeno di Yves Mountand. Però sia Cukor che Mountand se la cavano col
mestiere, e Marilyn, beh Marilyn è comunque adorabile anche se non raggiunge i
vertici artistici di A qualcuno piace
caldo. D’altra parte se Facciamo
l’amore non vale il capolavoro di Billy Wilder, la colpa non è certo della
Monroe. La diva parte a cannone, con una interpretazione straordinaria di My hearts belongs to daddy in calzamaglia nera e maglioncino, e mette
subito a segno un altro passaggio che rimarrà memorabile nella Storia del
Cinema. Assolutamente indimenticabile. Nel proseguimento della vicenda, la Monroe gioca un po’ con la
sua icona di oca tutta curve e poco cervello, ma ha sempre un lato ambiguo che
lascia intuire che la sua frivolezza sia comunque un po’ di maniera. In ogni
caso in questo film è in grado di reggere benissimo i due registri recitativi,
della bella un po’ svampita, nelle parti recitate, e dell’animale da
palcoscenico quando sale sul palco del teatro, dove sfodera una serie di numeri
musicali di grande impatto.
La storia in sé non è niente di che, una commedia degli
equivoci, sebbene abbia ritmo e sia sicuramente gradevole. Volendo ci si
possono leggere metafore sul valore del denaro, ma più che altro Cukor è
abbastanza onesto da ammettere candidamente che il denaro è potere e col
potere, in un modo o nell’altro, si arriva ad ottenere quello che si vuole. Non
una grande morale, è vero, ma da un prodotto del genere sarebbe anche sciocco
pretenderlo. Anzi, il film può essere apprezzabile per la sincerità con cui
ammette quelli che sono i valori vigenti ad Hollywood. Che si sa, è lo specchio
del mondo.
Comunque, Marilyn rende imperdibile anche questo film.
Marilyn Monroe
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