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mercoledì 27 dicembre 2017

FACCIAMO L'AMORE

74_FACCIAMO L'AMORE (Let's make Love) Stati Uniti, 1960;  Regia di George Cukor.

Indubbiamente Facciamo l’amore non è l’opera migliore di Marilyn Monroe ne’ del regista George Cukor. E nemmeno di Yves Mountand. Però sia Cukor che Mountand se la cavano col mestiere, e Marilyn, beh Marilyn è comunque adorabile anche se non raggiunge i vertici artistici di A qualcuno piace caldo. D’altra parte se Facciamo l’amore non vale il capolavoro di Billy Wilder, la colpa non è certo della Monroe. La diva parte a cannone, con una interpretazione straordinaria di My hearts belongs to daddy  in calzamaglia nera e maglioncino, e mette subito a segno un altro passaggio che rimarrà memorabile nella Storia del Cinema. Assolutamente indimenticabile. Nel proseguimento della vicenda, la Monroe gioca un po’ con la sua icona di oca tutta curve e poco cervello, ma ha sempre un lato ambiguo che lascia intuire che la sua frivolezza sia comunque un po’ di maniera. In ogni caso in questo film è in grado di reggere benissimo i due registri recitativi, della bella un po’ svampita, nelle parti recitate, e dell’animale da palcoscenico quando sale sul palco del teatro, dove sfodera una serie di numeri musicali di grande impatto. 

La storia in sé non è niente di che, una commedia degli equivoci, sebbene abbia ritmo e sia sicuramente gradevole. Volendo ci si possono leggere metafore sul valore del denaro, ma più che altro Cukor è abbastanza onesto da ammettere candidamente che il denaro è potere e col potere, in un modo o nell’altro, si arriva ad ottenere quello che si vuole. Non una grande morale, è vero, ma da un prodotto del genere sarebbe anche sciocco pretenderlo. Anzi, il film può essere apprezzabile per la sincerità con cui ammette quelli che sono i valori vigenti ad Hollywood. Che si sa, è lo specchio del mondo. 
Comunque, Marilyn rende imperdibile anche questo film.



Marilyn Monroe











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