67_L'UOMO DALLA CRAVATTA DI CUOIO (Coogan's Bluff). Stati Uniti, 1968; Regia di Don Siegel.
E allora come risolvere la situazione? Don Siegel, che ha la fama di duro, inventa uno stratagemma e convoca nella grande mela il pistolero dei film di Sergio Leone, quello che non andava troppo per il sottile e risolveva le questioni a colpi di revolver. Detto fatto: Clint Eastwood arriva davvero! Vestito da cowboy, immancabile cappello in testa, proverbiale allergia per regole e divieti e nessuna pietà o compassione per i criminali: prima di partire per New York, facciamo in tempo a vederlo all’opera anche in Arizona. Cattura un fuggiasco pellerossa, lo lascia ad aspettare i suoi comodi ammanettato ad un palo, e gli nega perfino una semplice sigaretta.
Però nella metropoli Coogan (che giustamente ha il
cognome ma non il nome, proprio come il pistolero leoniano) trova pane per i suoi denti. Ma se la criminalità non
esita a giocare sporco o ad approfittare delle debolezze umane, ad esempio per
il gentil sesso, Coogan fa anche in fretta a sintonizzarsi in modo da spianarsi
la strada ad ogni costo, sia nel malmenare Linny, una piacevole delinquente
(Tisha Sterling), sia tradendo la fiducia di Julie, la psicologa. Il rischio
che la spirale di violenza faccia partire per la tangente il nostro ammazzasette è grande, e quando sferra
un tremendo cazzotto all’indirizzo del musetto
di Linny, per un attimo si trattiene il fiato.
Per fortuna Coogan devia leggermente il colpo arrivando così a colpire la
parete in legno della camera giusto accanto al viso della ragazza (che sia questo
il Coogan’s Bluff del titolo originale?) e ce la caviamo
sia noi che la poveretta con un bello spavento. La quale, a questo punto
terrorizzata, si decide a parlare, e
si arriva allo scontro risolutivo, che chiude narrativamente la trama poliziesca.
Julie, davvero incantevole ma fin troppo compassionevole,
perdona Coogan per il pesante sgarro subito; ma il lieto fine deve essere
rimandato, in quanto l’uomo deve tornare in Arizona per scortare il malvivente
catturato.
In realtà, Don Siegel, che è sì un duro, ma ha il cuore
tenero, ci riserva il miglior finale possibile.
Sull’elicottero che lo porta via da New York, Coogan si accende
l’ennesima sigaretta; poi guarda il suo prigioniero, ammanettato a lui. E gli
offre da fumare.
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