52_IO, SEMIRAMIDE. Italia, 1962; Regia di Primo Zeglio.
Il peplum è un
genere (anche giustamente, verrebbe onestamente da dire) assai poco stimato, ma
qualche ragionevole eccezione bisogna farla. Una di queste è sicuramente Io, Semiramide; non che il film di Primo
Zeglio sia un capolavoro della settima arte, per carità, ma è un’opera onesta
che gioca bene le sue carte, si lascia vedere con piacere e, tutto sommato,
mostra come la Storia ,
quella del Vecchio Mondo, quella che si studia anche a scuola, può essere
interessante come sfondo narrativo quanto la celebrata conquista dell’ovest
americano. La vicenda è ambientata in Assiria, ai tempi in cui l’impero assiro
era al suo apice e venne edificata la città di Babilonia; il centro della
storia è la Semiramide
a cui è dedicata la pellicola, una regina dal carisma almeno pari a quello di
Cleopatra, se dobbiamo credere al film di Zeglio. Sempre in merito di
credibilità, le ricostruzioni e le scenografie sono di grande impatto visivo,
con sfarzose dorature e decorazioni degne del barocco più vivace; difficile
dire se possano essere storicamente attendibili o meno, ma è certo che hanno il
potere di proiettarci convincentemente in un’epoca tanto lontana nel passato
quanto affascinante.
L’intreccio narrativo si aggroviglia intorno ai due
centri gravitazionali della vicenda: da una parte il potere, dall’altra il
fascino irresistibile di Semiramide. La regina assira è una folgorante e
magnifica Yvonne Furneaux, donna di bellezza effettivamente divina, ma anche carismatica come si
compete al rango del personaggio interpretato. Comunque, sebbene la sola
presenza della Furneaux legittimi la visione del film, l’opera è nel complesso
avvincente e realizzata con ottima professionalità, e non scade mai nel gusto
pacchiano di molte altre pellicole dello stesso genere.
Yvonne Furneaux
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