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sabato 6 marzo 2021

LO STALLONE EROTICO

772_LO STALLONE EROTICO (Alfie Darling)Regno Unito1975. Regia di Ken Hughes.

Proposto in Italia con un titolo del tutto fuorviante, Lo stallone erotico è in realtà un film sentimentale che indugia lungamente ad atteggiarsi a commedia scollacciata. Il titolo originale, Alfie Darling, si rifà al racconto Alfie di Bill Naughton, già portato sullo schermo nel 1966 da Lewis Gilbert con Michael Caine nel ruolo di protagonista. Quello del 1975 che vede alla regia Ken Hughes e sullo schermo Alan Price ne è un pallido remake e non vale la pena scomodare oltre il ben più significativo originale. Per altro, se si è nella serata buona, Lo stallone erotico è anche un film accettabile, per quanto Price, nella parte di Alfie, denunci tutti i limiti di un musicista (tra le altre cose, fondatore dei The Animals) che si improvvisi nel ruolo di attore. Da un certo punto di vista, l’improbabilità della personalità di Alfie gli agevola un po’ il lavoro: quando si parla con lo spettatore attraverso lo schermo o si è un interprete molto capace o forse una certa inadeguatezza può anche giovare. A parte i dialoghi col pubblico, che a conti fatti nemmeno infastidiscono più di tanto, Price non riesce a salvare la sua prestazione e con lui rischia troppe volte di naufragare anche il film. Inoltre, per l’obiettivo che si pone il racconto, prevedibile oltre che scontato, lo spazio dedicato alle avventure di Alfie pare eccessivo. L’idea abbastanza elementare che il dongiovanni in questione (lo stallone erotico del titolo italiano) debba maturare è intuibile sin da subito quindi il tergiversare con le sue scappatelle sembra un mero intrattenimento. Beh, da un certo punto di vista la questione può risultare interessante osservando le controparti femminili. 

La migliore, anche nella chiarezza con cui espone la situazione, è la Fay interpretata da Joan Collins. La bella signora è felicemente sposata ma le aggrada un po’ di sana ginnastica con Alfie; ma questo solo perché il marito non riesce a soddisfare tutte le sue necessità. Nella scala di valori della donna il sesso è importante, quindi, ma scopriamo che, se per questo arriva a tradire il marito, l’amore per questi, fatto di tante altre cose, sta su un piano superiore. Un atteggiamento che è difficile stabilire se sia ipocrita o, al contrario, persino troppo sincero. Più ovvio e noioso il comportamento di Abby (Jill Townsend) che si dà un po’ di arie da donna in carriera ma poi pensa di trovare in Alfie qualcosa che, a conti fatti, non c’è (o regista e attore si sono scordati di mostrare anche a noi). In sostanza, alla fine di una serie di vicende dongiovannesche del nostro ci troviamo per le mani una storia che scimmiotta Love story (1970, di Arthur Hiller), perfino in modo esagerato. E, a questo proposito, il tragicissimo colpo di scena finale sembra davvero posticcio e, in ogni caso, né l’Alfie di Alan Price né la regia di Hughes sono in grado di gestirlo in modo consono. Buon per loro che la fine del film arriva a cavarli dall’impaccio.   




Joan Collins




Jill Townsend



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