454_VIVO PER LA TUA MORTE ; Italia, 1968. Regia di Camillo Bazzoni.
Spaghetti western appena godibile, Vivo per la tua morte prova a reggersi su presupposti troppo
estemporanei per funzionare a dovere. Il regista Camillo Bazzoni è alla sua
prima esperienza dietro alla macchina da presa in un lungometraggio, e si vede;
di contro, il protagonista Steve Reeves è al suo ultimo film e non si tratta di
una chiusura col botto. Va detto che Reeves era uno specialista dei peplum, i film storici che spopolarono
negli anni sessanta a Cinencittà e di cui l’attore americano era la star
assoluta. Vivo per la tua morte è la
sua prima e unica incursione nel western e l’attore non aggiunge niente alla
figura di duro invincibile che spesso veniva utilizzata nella corrente italiana
del genere. Forse le parti più riuscite sono quelle ambientate a Yuma, ai
lavori forzati del carcere, dove il possente fisico di Reeves si presta bene
alla bisogna. Per il resto il film si distingue per un susseguirsi di tópoi classici degli spaghetti: morti ammazzati come se
piovesse, false accuse a danno del protagonista, ingiustizie da vendicare e via
di questo passo. Il tenore della storia è serio, anche perché Reeves ha
fondamentalmente un’unica espressione, ma fanno capolino qua e la i toni da
farsa durante la scazzottate, in qualche caso accompagnate da una musica degna
di una comica. Buona, ma non di più, la fotografia di Enzo Barboni, mentre i
titoli di testa sono tra i peggiori e i più incomprensibili mai visti.
Silvana Bacci
Rosalba Neri
Silvana Venturelli
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