440_FEMMINE 3 VOLTE ; Italia, Spagna 1957. Regia di Steno.
Commedia leggerissima che sfocia quasi nel film comico, Femmine tre volte di Steno è un’opera
che presenta comunque qualche spunto di interesse. Lasciando perdere i
riferimenti alla cortina di ferro e
alla guerra fredda, trattati secondo
i più scontati luoghi comuni, come
prevedibile e anche comprensibile, il film ha però un garbo generalmente
sconosciuto alla nostrana produzione di
genere. Visto l’argomento della storia, sarebbe stato facile prevedere una
deriva pruriginosa che invece è tutto sommato soltanto lambita dall’opera di
Steno. La Diavole Rosse , la
squadra di pallacanestro femminile russa è a Roma per l’incontro del secolo
contro gli Angeli Bianchi, la
formazione delle americane. Tra le russe spicca la capitana Sonia, interpretata
dalla fulgida Sylva Koscina: che è anche il motivo
principale del film. Naturalmente l’accento è posto anche su altre belle
ragazze della squadra, le cui storie si intrecciano con i vari protagonisti
maschili italiani per comporre il mosaico narrativo del film. Nessuna di queste
trame, pur vertendo sull’avvenenza delle interpreti femminili (a parte quella
dedicata alla simpatica Bice Valori), scade però mai nel pecoreccio. Gradevoli
i siparietti comici di Nino Manfredi e Gianni Angus, e bene anche Mario
Carotenuto. Finale per una volta meno qualunquista del solito (rispetto alla
media delle nostre produzioni di questo tipo): gli uomini italiani del film
fanno fede ai propri impegni invece di scantonare alla chetichella. Per la
verità, alcuni di quegli impegni
(leggasi i due matrimoni), dovevano essere una truffa per portarsi a letto le
russe ma, poi, le cose erano andate diversamente e i personaggi di Manfredi e
Angus si erano trovati sposati per davvero. Si vede che l’italiano medio riesce
a rispettare meglio gli impegni se non li assume consapevolmente.
Sylva Koscina
Nessun commento:
Posta un commento