444_I FIGLI DEL DESERTO (Sons of the desert); Stati Uniti, 1933. Regia di William A. Seiter.
I figli del deserto
è la dimostrazione che, anche nell’ambito del
lungometraggio, Stanlio e Ollio non abbiano bisogno di trame troppo complesse per far funzionare a
meraviglia la loro comicità. E’ curioso come l’idea di fondo di questo I figli del deserto sia la stessa che sembrava già esigua per il
loro precedente cortometraggio La bugia
del 1931. Vero è che in quel caso ci si era concentrati solo sulla questione
degli stivali di Stanlio indossati per errore da Ollio (che non riusciva più a
sfilarseli) mentre, in questo caso, viene esplorata tutta la potenziale vicenda
che nasce dallo spunto di ingannare le mogli per andare di soppiatto ad una
riunione tra amici a Chicago. Nel lungometraggio tutto è molto più approfondito,
anche la natura di questo ritrovo pseudo massonico, I figli del deserto, appunto, nel quale viene coinvolto anche il
comico Charlie Chase. Il regista dell’opera, William A. Seiter è un discreto
professionista che riesce ad imbastire una buona trama, nient’affatto
ingombrante e, anzi, utile al duo per cambiare qualche situazione in cui far
lentamente esplodere la loro fisica comicità. Ci sono le scene casalinghe, con
le mogli Mae Busch (Lottie, moglie di Ollio) e Dorothy Christy (Bettie, moglie
di Stanlio), in cui la supremazia femminile familiare è lo spunto iniziale per
le gag; quelle della riunione dei Figli
del deserto, dove il duo trova una buona sintonia tra il proprio ritmo e la
frenesia di Charlie Chase; oppure quelle nel solaio di casa, dove la coppia va
sul sicuro con i propri tempi dilatati che portano alla solita finale
distruzione dell’ambiente, stavolta aiutata anche dalle condizioni atmosferiche
oltre che dalle dinamiche dell’esplosivo duo.
Notevole e indimenticabile la
canzone Honolulu baby, sia nel
passaggio della riunione di Chicago, che in quella con Ollio che suona
l’ukulele; l’autore della canzone è il bravo T. Marvin Hatley, storico
collaboratore di Laurel & Hardy, già ideatore di quella Cuckoo song, che altro non è se non il
classico motivetto che ha accompagnato tantissime comiche della coppia.
In sostanza, I figli
del deserto è quindi uno dei migliori esempi di lungometraggio con
protagonisti Stanlio e Ollio.
Mae Busch
Doroty Christy
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